Ad Amantea, nel cosentino, i carabinieri hanno arrestato due fratelli di 48 e 41 anni nell’ambito di un’operazione contro il caporalato. Sono accusati di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, aggravati dalla discriminazione razziale. Da quanto accertato i due facevano lavorare in nero nella loro azienda agricola migranti africani, romeni e indiani e la paga variava in base al colore della pelle. I “bianchi”, infatti, prendevano 10 euro in più degli altri, 35 euro contro 25 al giorno. I provvedimenti restrittivi sono stati disposti dal gip del Tribunale di Paola su richiesta della Procura. Le indagini hanno permesso di accertare che i rifugiati venivano prelevati in una parallela del centro di accoglienza “Ninfa Marina” e portati a lavorare nell’azienda agricola dei due fratelli arrestati che è stata sequestrata insieme ad altri beni per un valore di circa due milioni di euro.