Il collaboratore di giustizia Maurizio Avola, uno dei killer del clan catanese guidato da Nitto Santapaola, ha ammesso di avere partecipato all’omicidio di Antonino Scopelliti, il magistrato di Cassazione assassinato a Campo Calabro il 9 agosto del 1991. Avola ha risposto alle domande rivoltegli nell’aula bunker di Reggio Calabria dal procuratore aggiunto della Dda reggina Giuseppe Lombardo nel processo “‘Ndrangheta stragista”, confermando che la decisione di assassinare il sostituto procuratore generale era legata agli esiti del maxi processo in Cassazione contro Cosa nostra, in cui il magistrato calabrese avrebbe rappresentato la pubblica accusa. Nel processo “‘Ndrangheta stragista” sono imputati il boss di Melicucco Rocco Santo Filippone, referente dei Piromalli di Gioia Tauro e il capo mandamento di Brancaccio Giuseppe Graviano, elemento di primo piano del clan dei corleonesi guidati da Totò Riina. Avola ha ricordato in aula di avere saputo di una riunione organizzativa tenutasi nella primavera del 1991 a Trapani, presente Matteo Messina Denaro, in cui si affrontarono i particolari per l’eliminazione di Antonino Scopelliti.