Le Direzioni distrettuali antimafia di Milano e Catanzaro hanno fatto luce su due omicidi di ‘ndrangheta compiuti in Calabria e Lombardia. Le indagini, avviate dopo l’operazione Stige che nel gennaio 2018 ha disarticolato la “locale” di ‘ndrangheta di Cirò, hanno permesso di risalire a mandanti ed autori degli omicidi di Vincenzo Pirillo, ucciso nell’agosto 2007 a Cirò Marina e di Cataldo Aloisio, assassinato a settembre 2008 a Legnano. I delitti, secondo quanto accertato, sono stati decisi dai vertici della cosca Farao-Marincola Silvio Farao e Cataldo Maricola, per il mantenimento degli equilibri interni all’organizzazione. Cinque le persone arrestate con l’accusa di omicidio aggravato dalle finalità mafiose. L’esecuzione dell’omicidio in Lombardia, secondo gli inquirenti, è stata affidata al capo della locale di Legnano, Vincenzo Rispoli e confermerebbe che le due locali di ‘ndrangheta operano in stretta sinergia, come già accertato in altri processi conclusi da sentenze passate in giudicato. Dalle ordinanze di custodia cautelare emesse dai gip di Milano e Catanzaro emerge, in particolare, che l’omicidio di Vincenzo Pirillo, per un periodo reggente della cosca, sarebbe stato deciso da Cataldo Marincola e Giuseppe Spagnuolo che sarebbe anche stato l’esecutore materiale, per punirne l’impropria gestione delle casse del clan. A Pirillo, in particolare, sarebbe stato contestato dagli altri affiliati, di avere anteposto i propri interessi al mantenimento delle famiglie dei detenuti. L’omicidio di Cataldo Aloisio, nipote di Pirillo, era stato deciso, secondo l’accusa, da Silvio Farao e Cataldo Marincola ed eseguito da Vincenzo Rispoli e Vincenzo Farao per il timore di una sua vendetta, che avrebbe inevitabilmente destabilizzato gli equilibri dell’associazione mafiosa.