Ultimo: Il silenzio di chi sa aspettare ed il tour negli stadi posticipato al 2021

Ultimo spiega sui social i motivi del suo silenzio in questo periodo di isolamento forzato. Il giovane cantautore di successo parla del “silenzio di chi sa aspettare”, raccontando in un lungo post di come siano state posticipate le date del suo tour e di come “dal dolore si può ricominciare”.
Queste le parole dell’artista nel giorno in cui avrebbe dovuto iniziare le prove per il tour estivo negli stadi italiani:
“Oggi avremmo dovuto iniziare le prove per i 15 stadi. Questa situazione ha spazzato via ogni nostra ambizione. Sono stato un anno a prepararmi fisicamente, mentalmente e vocalmente. Ora?
Ora si parla di distanziamento sociale e numeri contingentati. Argomenti così crudi.
Ricevo molti messaggi sul fatto che io non mi esponga sulla faccenda, in effetti avete ragione.
Io non so fare quello che vi supplica di indossare la mascherina o di stare attenti ai contatti fisici. Per quello ci sono già troppi a farlo in tv ed io non ho le carte in regola per poter risultare credibile dicendolo.
Il tour sarà rinviato, probabilmente al 2021, ma il motivo di un ritardo della comunicazione non dipende né da me, né dalla mia agenzia dei concerti. Dipende dal governo che forse non dà il giusto peso ed importanza alla musica e all’arte in generale.
Poi però ci chiedono di cantare su instagram o in qualche trasmissione per alleviare il dolore alla gente, ma noi siamo la gente, almeno io mi colloco tra voi, tra noi.
Non canterò in qualche diretta o in qualche trasmissione per dimostrare quanto sia bella la musica che unisce le anime nostre. No.
È una scelta menefreghista? No. Il contrario.
Io credo nel silenzio di chi sa aspettare.
Non ho bisogno di ricordarvi che esisto con qualche video o foto postata.
Io sono a casa mia e scrivo, perchè è quello che so fare… e scriverò finché le parole si faranno pescare dentro me.
L’unica cosa che mi sento di dirvi da ragazzo di 24 anni è quello di fare ciò che voi ritenete giusto. Non so quando supereremo questa fase.
So che questo è il momento per chiudersi un po’ dentro di noi e chiederci quelle cose che forse fanno male, ma ci faranno crescere… qualsiasi età abbiamo.
A 15 anni ho scritto in Giusy, che dal dolore si può ricominciare… e allora mi affido a lui e penso: RICOMINCEREMO”.

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