Reggio Calabria. Paziente morta per dose eccessiva di psicofarmaci: arrestati infermieri

A Reggio Calabria la Polizia ha arrestato due infermieri del reparto di Psichiatria del Grande Ospedale Metropolitano. Avrebbero somministrato a una paziente una dose eccessiva di psicofarmaci, causandone la morte. I reati contestati sono omicidio preterintenzionale aggravato, falsità in atto pubblico, peculato, truffa aggravata ai danni del ministero della Sanità e false attestazioni della loro presenza in servizio all’interno dell’ospedale. Gli arrestati, entrambi finiti ai domiciliari, sono Giuseppe Laganà, di 52 anni, e Angelo Salvatore Tomasello, di 51. Le indagini sono scaturite dall’improvviso decesso di una donna di 41 anni, avvenuto il 24 febbraio 2018 all’interno del Reparto di Psichiatria dell’ospedale reggino dove la paziente era ricoverata da quattro giorni per sindrome bipolare. Dalla cartella clinica, dal diario infermieristico e dalle dichiarazioni rese a seguito del decesso dal personale sanitario che aveva in cura la paziente e dalle informazioni dei parenti, era emerso che la donna versava in condizioni di benessere durante la sua degenza in ospedale e, a parte alcuni episodi di insonnia e incontinenza, non mostrava particolari problematiche di salute fisica. Secondo gli inquirenti, durante la notte del 24 febbraio 2018, a causa dei suoi problemi di incontinenza, la paziente aveva richiesto più volte l’intervento degli infermieri, i quali, infastiditi dalle sue insistenze, le avrebbero somministrato, in assenza di qualsiasi consulto medico, una dose massiccia di psicofarmaci che ha provocato la morte della donna. L’interazione del farmaco somministrato clandestinamente dagli infermieri con quello somministrato dal medico, ignaro di tutto, la mattina seguente avrebbe determinato l’insorgenza di una depressione cardiorespiratoria e la successiva catena di eventi che hanno portato alla morte della paziente. Tomasello e Laganà, inoltre, si appropriavano indebitamente di farmaci e presidi ospedalieri, in parte rinvenuti nel corso di alcune perquisizioni domiciliari nei confronti degli arrestati, per destinarli alla collaterale attività infermieristica da loro svolta in casa di pazienti bisognosi di cure, senza ottenere alcuna autorizzazione dall’azienda sanitaria per lo svolgimento dell’attività extra lavorativa. A ciò si aggiunge che i due infermieri attestavano falsamente la loro presenza in servizio mediante la timbratura del cartellino elettronico marcatempo. Da qui anche la contestazione del reato di truffa aggravata ai danni dello Stato consumata in concorso. Tomasello e Laganà sono anche indagati a piede libero per esercizio abusivo della professione medica, perché prescrivevano e fornivano a persone che avevano bisogno di cure vari medicinali tra i quali psicofarmaci.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *