Verbicaro, BCC dell alto Tirreno della Calabria: De Filippo chiede il rinvio delle elezioni del CDA

VERBICARO – Elezione del CDA della Banca di Credito Cooperativo dell’alto Tirreno della Calabria, l’ex consigliere comunale di Scalea Carmine De Filippo, tra i primi soci della banca, scrive una lettera alla sede centrale della Banca di Credito Cooperativo Italiano per chiedere il rinvio delle votazioni altrimenti, scrive De Filippo nella lunga missiva che vi riportiamo per intero, “potrebbero essere elezioni falsate”.

B.C.C. VERBICARO – Soci, non più figli di un dio minore.

“Carissima “consorella” Capogruppo – Cassa Centrale Banca – Credito Cooperativo Italiano sono il socio Carmine Federico De Filippo, oggi sono un nonno felice, ma ero un giovane studente quando a “Zio Oreste” Pignataro, uno dei soci fondatori dell’allora Cassa Rurale ed Artigiana dell’Alto Tirreno Cosentino – Verbicaro, versai la mia quota minima di studente di lire 100.000 (centomila-lire) per 10 azioni. Dal nome della C.R.A. si evidenzia la lungimiranza dei nostri soci fondatori,  nata a Verbicaro per servire l’Alto Tirreno Cosentino, oggi meglio conosciuta come Riviera dei Cedri. Mi permetto di allegare la mia relazione di candidato a Presidente del C.d.A. del 2014 con il programma di cambiamento “Per una banca dei Soci e non del Presidente”, fui sconfitto, la differenza fu fatta dalle 150 deleghe raccolte dall’attuale Presidente, allora vice ef.f, con la sua cordata, quasi tutti uscenti, e dalla maggior parte dei dipendenti, palesemente schierati, con episodi vergognosi durante lo svolgimento delle votazioni.Una guerra contro un’armata corazzata. Due cose furono di estrema gravità: -PRIMO, come si possono raccogliere tante deleghe in una settimana, dalla pubblicazione affissa nella sede, se in pochi sono entrati in Banca? UN MIRACOLO! SECONDO, non mi è stato dato l’elenco dei SOCI completo ma solo quello con il nome e il cognome, per cui senza telefono ed indirizzo, in modo da non poter contattare i SOCI. Così sono stati calpestati i miei diritti,i principi e i valori del mondo della cooperazione, e soprattutto non c’è stato il “DIRITTO DI PARITA’ DI TRATTAMENTO”. Di tempo né passato, qualche musicante “alza-mano” è cambiato, ma la musica è sempre la stessa. Così ogni anno ci troviamo di fronte sempre agli stessi problemi e per prendere atto dell’operato dei nostri soci amministratori, che continuano a non pubblicare – NIENTE -, sul sito della Banca, dunque i SOCI non possono visionare i documenti (bilanci, informative, ecc.) oggetto dell’o.d.g. dell’assemblea. Se si pensa che sul sito potrebbero eccedere simultaneamente tutti i Soci e se si va in banca, dopo formale richiesta, sarebbe impossibile riceverli tutti. E’ SOLO OSTRUZIONISMO, MANCANZA DI TRASPARENZA, ABUSO DI POTERE E SOPRATTUTTO MANCANZA DI RISPETTO VERSO I SOCI, DUNQUE MENO SANNO, MEGLIO E’. Poi vorrei ricordare che Il bilancio, in primis, è uno strumento per far conoscere all’esterno la consistenza e l’affidabilità della nostra banca, dunque è uno strumento informativo e conoscitivo per tutti e non solo per i SOCI. Lo stesso discorso vale per altri argomenti. Per cui i SOCI, che arrivano in assemblea per approvare un bilancio di cui non conoscono nulla, e il nulla non dovrebbe essere mai approvato, in modo che una volta per sempre questa “specie” di soci amministratori inizi a rispettare la base sociale, ossia i SOCI. Poi non condivido nel modo più assoluto il modo di votare con la LISTA del C.d.A, che nel nostro caso sarebbe stato più giusto dire della maggioranza del C.d.A., dato che altri due COMPONENTI sono candidati nella LISTA SPONTANEA, questa non è democrazia e non è rispettoso verso i SOCI ai quali viene precluso di competere e fare esperienza, se non allineati, per ambire alle cariche sociali, ma dà adito a cordate che possono essere nocive alla banca. Così facendo si preclude di formare i soci a rivestire le cariche sociali. Per rispettare i SOCI e il VOTO dei SOCI, bisogna fare i LISTONI aperti a tutti i SOCI che aspirano presentarsi, avendone i requisiti, ossia uno per C.d.A., Collegio Sindacale e Probiviri, con preferenza unica e vincolo di presentarsi per un solo listone, in modo da evitare cordate e gli eletti sarebbero i più votati dei SOCI dei rispettivi listoni. Esempio del LISTONE C.d.A.:  il più votato sarà Presidente, il secondo votato Vice-Presidente, e il terzo, quarto e quinto consiglieri, e in caso di dimissione o altro, far scorrere la lista partendo dal primo dei non eletti ed eliminare le cooptazioni, che sono uno schiaffo alle scelte fatte dai SOCI. I mandati devono essere 3 (tre) e non sono più presentabili, anche se i mandati sono stati discontinui. E’ assurdo approfittare dell’emergenza Covid-19 e in particolare dell’art.106, comma 6 del D.L. n.18 del 17/03/2020 – che usa il termine “possono” e “può”, dunque non un OBBLIGO, ma una FACOLTA’, che il C.d.A abbia potuto nominare il Rappresentate Designato, ossia una persona di fiducia dello stesso, comunque una  PERSONA UNICA ricettore di tutte le deleghe, come si dice  a Verbicaro: “sà canta e sà sona”, che poi dovrebbe partecipare all’Assemblea per conto di tutti i SOCI deleganti.

PRIMO, l’avvocato Angelo Paravati ha avuto ed ha interessi in corso con la nostra banca, come da lui dichiarato nella delega, per cui di parte e si dice che sia anche il padrino del fratello di un sindaco uscente e candidato nel C.d.A., per una questione di dignità e moralità sarebbe stato opportuno non nominarlo ed affidarsi ad un NOTAIO. SECONDO, la nostra zona, in particolare Scalea e Verbicaro, dove viviamo la quasi totalità dei SOCI non si è verificato nessun contagio da Covid-19, per cui a rischio zero. TERZO, poi se a settembre andiamo a votare per le Regionali e Comunali, in tutta Italia, perché non si sarebbe potuto votare anche per il rinnovo delle cariche sociali e per la gestione ordinaria?

TANTA IPOCRISIA, e mancanza di rispetto verso i SOCI, che continuano ad essere relegati a mero NUMERO-DELEGA”, eliminando la presenza fisica con la scusa Covid-19.Se il socio può recarsi personalmente in banca per dare la delega al rappresentante designato, perché non tutti hanno una PEC e una FIRMA DIGITALE, PERCHE’ NON PUO’ VOTARE direttamente e deporre nelle urne il suo voto, mantenendo la segretezza del suo voto e delle sue scelte, e per la prima volta che non ci sarebbero stati imbrogli con le deleghe fasulle. Cosi facendo i dubbi sono tanti, mentre per il regolare svolgimento delle operazioni di voto e custodia delle urne, il miglior garante sarebbe stato un Notaio, che rappresenta lo Stato italiano.

L’IPOCRISIA CONTINUA,  se ci presentiamo tutti o un congruo numero di soci, allo stesso momento, in banca per rilasciare la delega. Come si gestirà l’afflusso? E il rischio assembramento? Ci sono i locali idonei per tutti? Sì è in condizioni di garantire il distanziamento?  Si potrebbe continuare.

RINVIARE LE ELEZIONI SAREBBE COSA GIUSTA E SAGGIA E MOLTA APPREZZATA DAI SOCI, ALTRIMENTI SARANNO ELEZIONI FALSATE E DECISE A TAVOLINO, PER CUI E’ INUTILE ANDARE A VOTARE.

In futuro bisogna eliminare la forca caudina in mano al Presidente di turno, dell’art.27, comma 3, dello Statuto, portando il rapporto tra delegato e delegando con due mezzi: uno con PEC, inviata alla Banca, da parte dal SOCIO-delegante che nomina il SOCIO-delegato e l’altra presentando in Assemblea la delega “personalizzata e numerata” allegata alla convocazione con relativa copia del documento di riconoscimento del SOCIO-delegante. Il C.d.A e il Presidente non possono interferire sulle deleghe.

Carissima “consorella” Capogruppo – Cassa Centrale Banca – Credito Cooperativo Italiano,  alla luce di tanto, vorrei sapere la V/s opinione e posizione, e soprattutto quali provvedimenti adotterete, visto che avete un enorme potere d’intervento sulle consociate. Sulla grave situazione che gli attuali amministratori non pubblicano sul sito della banca i documenti e le informative, che dovrebbero essere poi approvati dai SOCI, dato che consorelle Trentine, che conosco bene avendo amici nelle Dolomiti del Brenta-Adamello, pubblicano “TUTTO” non solo per i soci ma anche per chiunque voglia conoscere la banca, dunque da voi MASSIMA TRASPARENZA INTERNA ED ESTERNA e da noi MASSIMO OSCURANTISMO PER I SOCI e per gli ESTERNI CHE VOGLIONO CONOSCERE LA BANCA. Se siete disponibili ad un confronto serio, pacato e costruttivo per riportare il SOCIO e il SUO TERRITORIO al centro delle Credito Cooperativo Italiano, un gruppo di SOCI siamo disponibili A DARE IL NOSTRO CONTRIBUTO GRATUITAMENTE, se altrimenti siete per la Banca del Presidente e non dei Soci, bisogna prendere in seria considerazione di lasciare l’appartenenza dopo lunghi anni di permanenza.

Noi soci della B.C.C. – Verbicaro, non vogliamo essere più figli di un dio minore.

Personalmente, voglio il bene della BANCA e dei SOCI e non ambisco a nessuna carica”.

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