Il ricordo della ‘Strage di Gioia Tauro’ nel 50esimo anniversario

Nel 50esimo anniversario della Strage di Gioia Tauro si è tenuta alla stazione ferroviaria una cerimonia commemorativa alla presenza, tra gli altri, del sindaco Aldo Alessio, del Prefetto di Reggio Calabria Massimo Mariani, del deputato del Movimento5Stelle Giuseppe D’Ippolito e del vescovo della Diocesi di Oppido Palmi Mons. Francesco Milito.

Il 22 luglio del 1970 un ordigno scoppiò sui binari della stazione di Gioia Tauro mentre transitava il treno “Freccia del Sud”, che collegava all’epoca la tratta Palermo-Torino.

Una strage in cui persero la vita sei persone e decine di passeggeri rimasero gravemente feriti. La strage è parte della strategia della tensione innescata dai neofascisti in occasione dei Moti di Reggio.

IL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SERGIO MATTARELLA

“La lezione” della strage di Gioia Tauro del 1970 “ci dice che non si deve mai abbassare la guardia di fronte alla criminalità, all’illegalità, alle intimidazioni che puntano a lacerare il tessuto di coesione civile su cui poggiano libertà e democrazia.

Nel giorno di questa triste ricorrenza desidero anzitutto esprimere i sentimenti di solidarietà e vicinanza alle famiglie che furono costrette a patire lutto e sofferenze, pagando il prezzo più alto alla brutalità del terrore e dell’eversione.

Fare memoria, anche delle pagine più dolorose della nostra storia, è opera preziosa di civiltà e richiama tutti a un gravoso e irrinunciabile esercizio di responsabilità.

I colpevoli dell’attentato rimasero per lunghi anni sconosciuti ma, seppure con ritardo, il percorso della giustizia è riuscito a raggiungere un traguardo di verità, svelando gli esecutori, la loro connessione con frange estremiste neofasciste che tentavano di strumentalizzare e condizionare le proteste di Reggio Calabria, e svelando anche il legame con organizzazioni criminali radicate nel territorio.

La strage di Gioia Tauro seguì di pochi mesi quella di piazza Fontana a Milano. La strategia della tensione e l’attacco eversivo alla Repubblica si stavano dispiegando, lasciando una scia di sangue che mai potrà essere cancellata o dimenticata.

L’unità del popolo italiano intorno ai valori democratici della Costituzione è stata capace di respingere l’aggressione, di tagliare i legami di complicità, di bandire la violenza come mezzo di lotta politica”.

Sergio Mattarella

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