‘Ndrangheta. Favorirono latitanza di Sposato: tra gli arrestati anche infermiere

A Taurianova, nel reggino, la Polizia ha arrestato e posto ai domiciliari quattro persone con l’accusa di favoreggiamento dell’ex latitante di ‘ndrangheta Giovanni Sposato, con l’aggravante di avere agevolato l’associazione mafiosa di cui Sposato è ritenuto elemento di vertice.

L’operazione, denominata “Shotgun”, coordinata dalla Dda di Reggio Calabria, diretta dal Procuratore Giovanni Bombardieri, ha preso spunto dal momento in cui Sposato, il 13 dicembre del 2017, riuscì a sfuggire alla cattura nell’ambito dell’operazione “Terramara-Closed” grazie ad una fitta rete di favoreggiatori che é stata ricostruita dagli inquirenti.

Le persone arrestate nel corso dell’operazione sono Antonino Fucile, di 48 anni; Giuseppe Rao (59) e due omonimi, Giovanni Sposato, di 30 e 29 anni. In particolare, gli elementi investigativi acquisiti tra il 12 dicembre del 2017, data in cui Giovanni Sposato riuscì a fuggire alla cattura, ed il 7 giugno del 2018, giorno del suo arresto, hanno consentito di ricostruire la rete di favoreggiatori che lo aiutarono a sottrarsi all’esecuzione del provvedimento cautelare pendente su di lui.

In quella data, infatti, Giovanni Sposato si presentò, accompagnato dai suoi parenti, nel pronto soccorso dell’ospedale di Polistena per ricevere cure mediche in quanto accusava problemi respiratori.

A causa delle note patologie di cui era affetto il ricercato e grazie al costante monitoraggio delle attività tecniche poste in essere, gli investigatori erano in grado di accorgersi della presenza del ricercato presso il nosocomio di Polistena.

Infatti, recatisi tempestivamente sul posto riuscivano a scorgerne la presenza nella sala del Pronto Soccorso, mentre i medici erano intenti a prestargli le prime cure.

Contestualmente all’arrivo nel pronto soccorso del personale del Commissariato di Cittanova, l’Ufficiale di polizia giudiziaria responsabile della Squadra Investigativa dello stesso Commissariato ricevette la telefonata dal legale di fiducia del ricercato il quale gli comunicava che il suo assistito si trovava all’ospedale di Polistena e che voleva costituirsi.

La ricostruzione degli eventi portò a comprendere che, in realtà Giovanni Sposato, così come confermato dal Gip., non aveva alcuna intenzione di costituirsi.

Anzi, quello spostamento doveva avvenire il più possibile “in anonimato”, cosi come dimostrato dalla presenza dei fiancheggiatori e di alcuni familiari all’esterno della struttura ospedaliera mentre erano intenti a controllare la zona circostante e che aveva chiamato il suo legale solo allorquando si era reso conto della presenza della Polizia sul luogo.

Dei quattro arrestati la figura più significativa è quella di Giuseppe Rao, infermiere professionale in servizio nel reparto di cardiologia dell’ospedale di Polistena, il quale, secondo l’accusa, ha garantito al latitante consulti sanitari e, in occasione del suo ricovero in ospedale, si è attivato affinché egli ricevesse tutte le cure del caso e di assicurasse la riservatezza della sua catena comunicativa al fine di sottrarlo alle ricerche delle forze dell’ordine .

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