Scuola. Genitori fanno ricorso al Tar, Spirlì ‘scandalizzato’

Un gruppo di genitori ha presentato ricorso al Tar di Catanzaro contro l’ordinanza del presidente ff della Regione Calabria Nino Spirlì che ha stabilito la chiusura di scuole elementari e medie fino al 15 gennaio e delle superiori al 31. In una diretta Facebook Spirlì si è detto scandalizzato dal nuovo ricorso annunciando di essere pronto ad arrivare fino al Consiglio di Stato

E’ l’ennesimo ricorso – ha detto Spirlì in una diretta Facebook – dei soliti genitori contro un’ordinanza che vuole tutelare la salute dei ragazzi dei loro familiari delle persone deboli che vivono nelle nostre case. Sono pronto a combattere fino all’ultimo secondo“.

Mi auguro – ha aggiunto – che come sempre i magistrati sappiano leggere le carte e che si ricordino della scritta presente anche nelle aule di giustizia: la legge è uguale per tutti. Questa ordinanza va difesa da voi- ha detto rivolgendosi a chi ascoltava la sua diretta Facebook – utilizzate i social, tutti i mezzi legali che potete.

Questa non è una mia presa di posizione è una difesa dei ragazzi in un momento in cui ci dice che l’Rt in Calabria è 1,14 in salita. Vuol dire essere in zona arancione/rossa. Se il Cts ha dato parere al Governo che in Calabria non si può andare a votare non si può fare campagna elettorale e tutto ciò che ne consegue tra adulti, mi dovete dire come è possibile che ci sia una giustizia che mi dice che gli adulti non si possono incontrare e i ragazzi sì, spostamenti con i pullman per andare da un comune all’altro.

Questo è un giochino che sta mettendo a durissima prova la tenuta psicologica delle persone. Leggo i messaggi so come la pensate, quello che dite e scrivete ovunque cari genitori nonni e anche ragazzi. Sappiate che non c’è una responsabilità della Giunta e della politica, C’è qualcuno che vuole andare in senso contrario al buon senso. Adesso, cari genitori che fate ricorso, bisognerà che vi poniate davanti a tutti gli altri genitori, e sono decine di migliaia che non vogliono didattica in presenza ma quella a distanza che la stanno seguendo benissimo sia da insegnanti che da ragazzi“.

Andremo fino al Consiglio di Stato – ha concluso Spirlì – perché ci devono spiegare perché questo accanimento non contro di me ma contro i giovani. Io sarò lì a difendere questa ordinanza perché è misurata al pericolo che si può correre. Mi farebbe piacere venissero allo scoperto anche loro, quelli che fanno ricorso, anziché nascondersi dietro il diritto alla privacy. Così è troppo comodo. Mi auguro che nessuno si ammali perché come lo posso essere io dovrebbero sentirsi responsabili anche altri“.

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