Santa Maria del Cedro, la protesta dei tirocinanti regionali

Da oggi, con un giorno di astensione dal tirocinio, parte la protesta dei tirocinanti calabresi, che vogliono vedere riconosciuto il proprio diritto al lavoro.  “Una cospicua delegazione – fanno sapere in una nota i tirocinanti di Santa Maria del Cedro –  si è recata a Roma, altri sono davanti le prefetture di Catanzaro e Reggio, noi manifestiamo davanti al comune di Santa Maria del Cedro per aderire all’iniziativa.

 Dopo anni ed anni di tirocinio e formazione on the job,  anni di lavoro nero mascherato da tirocinio, anni di sacrifici e di rinunce, anni senza alcun diritto garantito, niente ferie, malattia e neppure contributi previdenziali.  Anni trascorsi a sopperire all’endemica carenza di organico nelle pubbliche amministrazioni a fronte di una misera indennità di 500 euro mensili, quello che resta, a stendo soddisfa le esigenze personali con l’assoluta impossibilità di mantenere una famiglia!”

Il termine tirocinio (dal latino tirocinium)  indica un periodo di esperienza presso un’azienda o un ente, pubblico o privato, a scopo di apprendimento e formazione, generalmente finalizzata al successivo ingresso nel mercato del lavoro, nel caso dei tirocinanti regionali non si tratta però di gente giovane alla ricerca di prima occupazione ma di donne e uomini che a causa della contingente crisi economica degli anni scorsi ed in un contesto economico fragile come quello regionale, si sono visti espunti dal mondo del lavoro. “Non chiediamo un sussidio – continuano nella nota i tirocinanti di Santa Maria del Cedro – non chiediamo assistenzialismo, siamo lavoratrici e lavoratori a tutti gli effetti, lo abbiamo ampiamente dimostrato.  E’ giunto il momento di equiparaci a tutti gli altri dipendenti della pubblica amministrazione, soprattutto ad un attenta valutazione del peculiare periodo storico che stiamo attraversando ed in considerazione dell’ingente mole di finanziamenti europei che arriveranno anche alla Calabria attraverso il Recovery Fund.  Non ci sono davvero più scuse! Occorrono progetti affinché parte delle risorse destinate  alla nostra regione, vengano prontamente impiegate per una contrattualizzazione dei Tirocinanti.  Occorre intavolare trattative con il Governo centrale al fine di vedere riconosciute e valorizzate la formazione pregressa e le competenze acquisite negli anni. Basta lavoro precario e vite in bilico! Abbiamo estremo bisogno di certezze e stabilità, questo è l’appello che rivolgiamo al Governo”.

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