E’ iniziata con un sopralluogo al porto di Roccella Ionica, teatro negli ultimi tre anni di oltre 150 sbarchi di migranti la visita in Calabria del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.
Ad accompagnarlo c’erano il sottosegretario all’Interno Wanda Ferro, il sindaco di Roccella Vittorio Zito ed altri primi cittadini della Locride.
LE PAROLE DEL MINISTRO A ROCCELLA JONICA
“Il centro di primo soccorso e accoglienza di Roccella Ionica cambierà a breve in meglio, visto che sono previsti interventi di una certa importanza in modo da potenziare i servizi che in tutti i momenti di bisogno serviranno per fare funzionare al meglio il sistema di accoglienza. Di recente avevo già promesso al sindaco Zito che avrei preso in considerazione le necessità che esistono in quest’area della Locride. E, quindi, di sistemare nel migliore dei modi il centro di prima accoglienza e soccorso. Il lavoro che, come Governo, siamo intenzionati a svolgere fino alla fine in Calabria, ed in particolare nei luoghi di arrivo dei migranti come, appunto, Roccella e Crotone, è comunque finalizzato, viste anche le esigenze e i contesti territoriali e il rispetto nei confronti delle istituzioni e degli abitanti locali, a rendere più sostenibile e gestibile il fenomeno migratorio anche nelle sue cosiddette fasi più acute. Organizzarci per l’accoglienza dei migranti a Roccella Ionica, come altrove, non significa che il governo non continuerà a portare avanti le politiche di contenimento del fenomeno migratorio attraverso le azioni che stiamo portando avanti insieme ai Paesi dai quali partono queste persone. In tema, comunque, di arrivi di migranti, come governo notiamo dei timidi segnali positivi anche per via dei buoni rapporti istituzionali avviati con alcuni Stati, tra cui la Tunisia e la Libia.
Sono moderatamente fiducioso sul fatto che la cosiddetta curva di crescita degli sbarchi, abbastanza alta nel 2022 e nei primi mesi di quest’anno, possa registrare una flessione. Sotto questo aspetto, quindi, grazie al lavoro fatto in Tunisia e in Libia ed quello che stiamo svolgendo qui in Italia, il fenomeno immigrazione potrebbe diventare più sostenibile. È, comunque, un lavoro lungo che stiamo costruendo mattone dopo mattone, ma che alla distanza dovrebbe produrre effetti positivi“.
Il titolare del Viminale ha partecipato all’inaugurazione della nuova caserma dei carabinieri ad Africo Nuovo, realizzata in un bene confiscato alla ‘ndrangheta. Alla cerimonia erano presenti, tra gli altri, il comandante generale dell’Arma, generale Teo Luzi, il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo, il capo della Polizia Vittorio Pisani, la sottosegretaria all’interno Wanda Ferro e il presidente della regione Roberto Occhiuto, oltre ai procuratori del distretto.
LE PAROLE DEL MINISTRO AD AFRICO NUOVO
“Questa inaugurazione è un ulteriore incoraggiamento a continuare con convinzione in un rinnovato percorso di rinascita nel segno della legalità, della partecipazione democratica e dell’impegno sociale. Riappropriarsi delle ricchezze che illecitamente vengono accumulate significa dare un segnale credibile di presenza attiva delle istituzioni sui territori restituendo alle comunità beni che sono stati il mezzo o il provento di attività illecite. Quindi significa privare i sodalizi criminali di quegli strumenti di infiltrazione nel tessuto economico e sociale che spesso poi elevando il bene stesso a presidio di legalità. L’intervento di recupero dà l’idea di come venga completata l’azione di contrasto dello Stato. Il contrasto alle mafie deve assumere una connotazione innanzitutto culturale con il coinvolgimento dell’associazionismo e del terzo settore. E infatti è imminente la consegna di ben 260 beni immobili oggetto del primo bando sperimentale di diretta assegnazione ad associazioni ed enti del terzo settore. Si tratta di 68 proposte progettuali presentate da 58 aggiudicatari. Un capo della polizia meridionale è importante ma anche chi viene da altri territori è molto importante per quello che si può fare in questi territori e su tutto il territorio nazionale. Quello che abbiamo voluto dire, con la nostra presenza, anche del capo della Polizia, per altro calabrese, a rappresentare insieme, per invito specifico del comandante generale dell’Arma, che lo Stato è uno, ha diverse articolazioni ma lo Stato è unico. L’Arma dei carabinieri quando agisce su territori come questi, agisce non solo come forza di polizia ma come rappresentanza dello Stato.
Oggi abbiamo voluto dare un segnale di un percorso che non finisce qua, ad Africo Nuovo. Abbiamo altri progetti con la regione Calabria di sostenerci reciprocamente. Iniziative come questa le abbiamo anche in altre parti del territorio regionale”.
Piantedosi, che al termine della cerimonia ha voluto farsi fotografare insieme ai bambini di alcune scuole della zona, ha anche sottolineato l’importanza proprio delle scuole, “il primo presidio di legalità. E’ un lavoro importante quello che si può fare nelle scuole per le nuove generazioni“.
LE PAROLE DEL PRESIDENTE OCCHIUTO AGLI STUDENTI
“Sappiate che i più importanti qui siete voi perché confidiamo in voi, nella vostra capacità di distinguere il bene dal male e vi diciamo di non essere affascinati dalla violenza, dalla prepotenza. Non c’è nessun onore nel distruggere il futuro di una terra e gli uomini della ‘ndrangheta sputano su questa parte della Calabria e su molte altre zone della Calabria quando distruggono il vostro futuro, il futuro della regione.
Gli uomini della ‘ndrangheta sono come quei vermi che invadono dei frutti bellissimi corrodendoli dall’interno fino a farli marcire. La Calabria è una regione bellissima, straordinaria, dovete esserne orgogliosi perché è una regione che potrebbe davvero produrre ricchezza e sviluppo e spesso non lo fa perché comunica alla comunità nazionale uno spot terribile, l’immagine di una regione senza futuro perché la ‘ndrangheta ne uccide le prospettive. Questi uomini sono come i vermi, non ne siate affascinati, siate affascinati dallo Stato perché solo lo Stato può garantirvi i diritti, un futuro nella vostra regione. Confidiamo in voi e nella vostra capacità di educare anche noi adulti, di spiegare anche agli adulti che non bisogna essere affascinati dalla violenza, dalla prepotenza e che lo Stato è più forte e che bisogna avere fiducia nello Stato“.