La Guardia di Finanza ha dato esecuzione ad un provvedimento di confisca di beni e all’applicazione della misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza per 5 anni nei confronti di un imprenditore di 54 anni, di origine calabrese e residente a Reggio Emilia, ritenuto contiguo alla cosca di ‘ndrangheta Grande Aracri operante nella provincia di Crotone con importanti ramificazioni anche in territorio emiliano.
Ad eseguire le misure, su disposizione del Tribunale di Bologna, il Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata (S.C.I.C.O.) della Guardia di Finanza, con la collaborazione dei Nuclei Polizia Economica e Finanziaria (P.E.F.) di Reggio Emilia e Mantova.
Le disposizioni traggono origine dall’interdittiva antimafia, emanata dalla Prefettura di Reggio Emilia, nei confronti una serie di societĂ dell’imprenditore, a seguito della quale lo scorso dicembre erano stati sequestrati beni e partecipazioni in nove societĂ per oltre 300mila euro.
Le ditte, operanti nel settore edile, erano inserite, inizialmente, nel circuito di imprese preposte all’opera di ricostruzione avviata successivamente al terremoto del 2012 che colpì le province di Bologna, Modena, Ferrara, Mantova e Reggio Emilia.
Le successive indagini condotte dallo S.C.I.C.O., su delega della Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, hanno portato a scoprire una evidente sproporzione patrimoniale rispetto alla capacitĂ reddituale lecita del 54enne.
I medesimi accertamenti hanno consentito di raccogliere gravi indizi sulla pericolositĂ sociale dell’imprenditore che avrebbe asservito le sue attivitĂ economiche agli interessi della cosca di ‘ndrangheta Grande Aracri attraverso l’emissione di false fatturazioni e l’assunzione della qualitĂ di prestanome.