I finanzieri del Comando Provinciale di Catanzaro hanno dato esecuzione all’ordinanza con la quale il giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Catanzaro, su richiesta della Procura della Repubblica guidata dal facente funzioni Vincenzo Capomolla, ha applicato la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti dell’avvocato Giancarlo Pittelli per bancarotta fraudolenta patrimoniale in quanto amministratore di fatto di una società già in liquidazione poi dichiarata fallita.
Oltre al politico, nell’inchiesta sono indagate altre sette persone.
Secondo l’ipotesi accusatoria, l’ex parlamentare di Forza Italia, in concorso con altri, avrebbe distratto il terreno – l’unico bene della società di cui era amministratore di fatto – che, contestualmente all’avvio della liquidazione, era stato ceduto ad un’altra società, anch’essa riconducibile a Pittelli, che sarebbe stata appositamente costituita, nonché il corrispettivo della cessione del predetto bene.
Gli inquirenti ritengono, inoltre, sussistenti gravi indizi su un altro episodio di bancarotta fraudolenta consistente nella mancata richiesta di restituzione di un credito di oltre 800.000 euro vantato dalla società fallita nei confronti di un’ulteriore società, anche quest’ultima poi dichiarata fallita, pur in presenza di un debito verso la Regione Calabria, di oltre un milione di euro derivante dall’anticipo di un contributo pubblico ottenuto nel 2005 per la realizzazione sul terreno sequestrato di un complesso alberghiero, finanziamento poi oggetto di rinuncia e mai restituito.
Il Gip ha anche disposto il sequestro preventivo di un terreno edificabile a Stalettì, in provincia di Catanzaro, e di denaro per circa 1,5 milioni di euro.
Mentre, a carico di uno degli altri soggetti coinvolti nell’inchiesta, è stato disposto il sequestro preventivo, anche nella forma per equivalente, della somma di circa 77.000 euro in relazione all’ipotesi di reato di indebita compensazione di debito Iva in capo alla società fallita che sarebbe stato illecitamente neutralizzato con crediti riconducibili alla nuova società appositamente costituita.
Pittelli lunedì scorso, al termine processo “Rinascia Scott” partito da un’indagine istruita dalla Dda di Catanzaro contro la ‘ndrangheta vibonese e i suoi sodali, è stato condannato dal Tribunale di Vibo Valentia a 11 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa, rivelazione di segreto d’ufficio e abuso d’ufficio aggravato.