Da martedì prossimo partirà l’iniziativa del Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria con un laboratorio sperimentale allestito in piazza Paolo Orsi che consentirà al pubblico di assistere a una serie di attività scientifiche solitamente riservate agli studiosi.
Il progetto dal titolo “Agorà: L’archeologia di Reggio in piazza” prende vita dal protocollo d’intesa sottoscritto pochi giorni fa tra il Museo, la soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Reggio Calabria e la Provincia di Vibo Valentia.
Nella Agorà sarà possibile osservare in diretta una équipe di ricercatori della Scuola superiore meridionale di Napoli, guidata da Carlo Rescigno, impegnati nella digitalizzazione delle terrecotte architettoniche provenienti dagli scavi urbani di Reggio Calabria, ovvero l’area sacra Griso-Laboccetta, via XXIV maggio e piazza Italia. Il primo di una serie di “laboratori aperti”, calendarizzati fino alla primavera.
“Un progetto nato da un’idea di Filippo Demma – commenta il direttore Fabrizio Sudano – che il personale del MarRc è riuscito a implementare e realizzare in breve tempo. Un segnale di accoglienza e apertura al territorio e di grande attenzione alla divulgazione scientifica“.
Protagonista al museo anche l’Accademia di belle arti di Reggio Calabria, con l’inaugurazione della mostra “Intrecci. Trame preziose tra Reghion e Reggio” curata dal direttore dell’Accademia Piero Sacchetti, da Filippo Malice, docente titolare della cattedra di Scultura e coordinatore della Scuola di scultura e Claudia Ventura, responsabile dell’Ufficio tecnico del Museo. Nelle vetrine in sala conferenze verranno esposti gioielli e piccole decorazioni frutto della reinterpretazione della grande tradizione di artigianato artistico di Reggio.