DUE DOTTORESSE E DUE INFERMIERE AGGREDITE ALL’OSPEDALE DI CROTONE

Due dottoresse e due infermiere sono state aggredite nella tarda serata di ieri al Pronto Soccorso dell’Ospedale San Giovanni di Dio di Crotone da una donna che pretendeva un trattamento immediato per un familiare nonostante il codice di triage non lo richiedesse.

Le ha colpite a calci e pugni.

Una delle due infermiere è stata ferita al labbro, mentre la collega ha subito la frattura di un dito; distorsione ed ingessatura del polso per uno dei medici e contusioni e un forte shock per la seconda dottoressa.

L’intervento delle guardie giurate e poi della squadra volanti della Polizia ha consentito di bloccare l’ira della donna che è stata denunciata per lesioni gravi e interruzione di pubblico servizio.

Il paziente per il quale si reclamava la visita immediata, invece, ha fatto perdere le sue tracce.

Sull’episodio è intervenuta l’Azienda sanitaria provinciale di Crotone con una nota del commissario straordinario Antonio Brambilla e del direttore di Presidio medico Lucio Cosentino:

Situazioni intollerabili – hanno detto entrambi – che mortificano chi lavora duramente e con abnegazione per il benessere e la salute dei cittadini, spesso in condizioni difficili ed in numero ridotto. La spirale di violenza, verbale e fisica, che compromette frequentemente la sicurezza ed il lavoro del personale sanitario è una vera e propria emergenza che riguarda tutto il Paese, per la quale sono necessarie azioni concrete. L’Azienda, da parte sua adotterà tutte le procedure opportune per evitare che simili episodi si ripetano e per garantire la sicurezza sul lavoro. Nel frattempo, giunga al personale coinvolto la nostra vicinanza e la nostra massima solidarietà“.

NOTA DELL’ASSOCIAZIONE ITALIANA DONNE MEDICO REGIONE CALABRIA

L’Associazione Italiana Donne Medico Regione Calabria condanna fermamente l’inaccettabile aggressione subita nella serata di ieri da due dottoresse e due infermiere presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale San Giovanni di Dio di Crotone. Questo atto di violenza, perpetrato da una persona che pretendeva un trattamento immediato per un familiare nonostante il codice di triage non lo richiedesse, rappresenta l’ennesima grave offesa al lavoro svolto con dedizione e professionalità dal personale sanitario.

Esprimiamo la nostra piena solidarietà al personale coinvolto, rinnovando il nostro impegno affinché episodi del genere non abbiano a ripetersi. È inaccettabile che chi opera per il bene e la salute della collettività debba essere esposto a simili rischi. Chiediamo con forza che vengano adottate misure concrete e urgenti per garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro, e per contrastare la spirale di violenza, sia verbale che fisica, che troppo spesso compromette la serenità e l’efficacia del servizio sanitario.

L’Associazione Italiana Donne Medico Regione Calabria chiede inoltre che sia avviata una riflessione profonda sul rispetto dovuto ai professionisti della salute, spesso costretti a lavorare in condizioni di emergenza e sotto pressione, e invita le autorità competenti a potenziare i presidi di sicurezza e a promuovere campagne di sensibilizzazione che ristabiliscano il giusto riconoscimento del loro ruolo fondamentale.

Confidiamo che la giustizia faccia il suo corso e ribadiamo il nostro sostegno a tutte le persone che ogni giorno si impegnano con sacrificio e passione per garantire il diritto alla salute, nonostante le difficoltà e i pericoli a cui possono essere esposti.

 

E’ giunto il momento che la società difenda al meglio ‘i propri medici’ e tutti gli altri esercenti le professioni sanitarie – affermano il presidente Enrico Ciliberto ed il Consiglio dell’Ordine dei medici della provincia di Crotone. Siamo fortemente preoccupati per questa escalation di violenza contro i medici e contro ogni operatore sanitario, che non risparmia ormai nessuna categoria, nonostante gli inasprimenti delle pene e delle sanzioni. Bisogna re-intervenire con provvedimenti urgenti ed ancor più efficaci, posto che detti episodi ricadono, poi ed inevitabilmente, sulla capacità dell’offerta sanitaria a partire dalla copertura dei turni, in quanto il personale infortunato per l’esito delle lesioni riportate, è costretto a rispettare, suo malgrado, il periodo di guarigione necessario, oltre che a doversi poi cimentare con le difficili ed inevitabili conseguenze psicologiche e morali, tali da determinare spesso provvedimenti Aziendali riparatori ad hoc. Esprimiamo il plauso alle colleghe ed infermiere vittime dell’aggressione per l’abnegazione, il coraggio, la compostezza e l’altissimo valore professionale dimostrati, nell’aver proseguito nella loro attività fino a fine turno, pur di non lasciare sguarnito il Pronto soccorso in un momento piuttosto critico, seppur ora costrette a dover osservare il periodo di infortunio. Nel ribadire la condanna dell’episodio e la solidarietà al personale coinvolto si assicura che l’Ordine proseguirà nella sua azione di sensibilizzazione e prevenzione sul tema, a partire dalle azioni di rafforzamento del rapporto medico-paziente, volto al reciproco rispetto dei ruoli“.

 

 

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