Tre persone sono state arrestate nell’operazione denominata “Iris” che ha portato al sequestro nell’aeroporto di Montevideo di 40 chili di cocaina accusate di traffico internazionale di sostanze stupefacenti.
Due sono stati bloccati a Lisbona e una ad Ardea, in provincia di Roma.
Alcuni particolari dell’indagine sono stati illustrati, nel corso di una conferenza stampa, dal procuratore della Repubblica di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri, e dal procuratore aggiunto, Giuseppe Lombardo.
BOMBARDIERI: “COOPERAZIONE INTERNAZIONALE È ALLA BASE ORMAI DI OGNI INDAGINE CONTRO LA ‘NDRANGHETA”
“Si tratta di un’operazione importante per l’Uruguay e per l’Italia perché conferma l’importanza della cooperazione internazionale a livello giudiziario ed investigativo – ha detto Bombardieri. I rapporti di cooperazione tra la Procura della Repubblica di Reggio Calabria e la polizia giudiziaria uruguaiana risalgono nel tempo ed hanno prodotto risultati importanti come l’arresto nel 2021 del trafficante internazionale di droga Rocco Morabito, all’epoca latitante, per molti anni residente proprio in Uruguay e catturato in Brasile. Dobbiamo ringraziare gli investigatori dell’Uruguay, del Portogallo e della Spagna che ci hanno coinvolti in questa operazione.
La cooperazione internazionale è alla base ormai di ogni indagine contro la ‘ndrangheta e contro le organizzazioni criminali dedite al traffico di droga. Importante è stato il nostro supporto nell’individuazione e nella localizzazione degli italiani che risultano coinvolti nel traffico internazionale di stupefacenti.
Nel giro di pochi giorni sono state avviate attività d’indagine in coordinamento internazionale con quattro uffici, tre dei quali all’estero, che hanno prodotto risultati eccellenti. I tre arrestati sono stati già coinvolti in precedenti inchieste della Procura di Reggio Calabria. È ancora troppo presto per parlare di possibili sviluppi investigativi, ma la collaborazione con l’Uruguay, il Portogallo e la Spagna proseguirà sicuramente. Sin da oggi garantiamo la disponibilità a fornire il migliore supporto. Giova ricordare che nell’ultimo anno e mezzo nel porto di Gioia Tauro, che storicamente è stato un punto di arrivo dello stupefacente proveniente dal Sudamerica, sono state sequestrate 30 tonnellate di cocaina in varie operazioni.
Questo ha indotto le organizzazioni criminali a scegliere, per l’arrivo dello stupefacente in Europa, altri luoghi che possano consentire minori probabilità di individuazione e sequestro da parte dell’autorità giudiziaria“.