BAGARRE IN CONSIGLIO REGIONALE: MINORANZA ABBANDONA AULA

Bagarre nel Consiglio regionale della Calabria sull’ordine del giorno relativo allo stato di attuazione della programmazione europea 2014/2020. A relazionare è stato l’assessore Marcello Minenna.

Ernesto Alecci (Pd) si è chiesto “quali sono stati e saranno gli effetti che questa spesa determinerà sui territori, dove restano alti e drammaticamente preoccupanti gli indicatori economici della Calabria non è crescita da nessun punto di vista”.

Davide Tavernise (M5S) ha ricordato la promessa del presidente Occhiuto in campagna elettorale “augurandosi di lasciare tra 5 anni, una Calabria che l’Italia non si aspetta. Mi aspettavo molto di più – ha detto Tavernise – perché la Calabria continua a restare ultima nella classifica tra le venti Regioni italiane e forse è il caso di capire qual è il problema che impedisce o rallenta la pubblicazione dei bandi”.

Amalia Bruni (Pd) ha ripreso una delle considerazioni dell’assessore Marcello Minenna, “stiamo andando”, ricordando che fondi europei significa sviluppo di una Regione, nella quale, invece si registra l’ennesima mancata crescita. Da qui l’invito a chiedersi come invertire questo trend. “Non si tratta – ha precisato – di spendere soldi e dissolvere patrimoni, ma di mettere a frutto dei finanziamenti per fare in modo che le ricadute ci siano”.

Raffaele Mammoliti (Pd) pur prendendo atto delle dinamiche attivate ha chiesto l’avvio di una riflessione “che consenta – ha sostenuto – alla Giunta regionale ed al Consiglio di ragionare sui dei cambiamenti proficui per l’utilizzo di queste risorse”.

Antonio Lo Schiavo (Misto) ha esortato a dare un significato politico alla discussione. Ed ha espresso preoccupazione per i ritardi della vecchia programmazione “che potrebbero riguardare – ha detto – anche la nuova programmazione”.

Ha chiuso gli interventi il capogruppo Pd Domenico Bevacqua: “Nella relazione dell’Assessore Minenna – ha sottolineato Bevacqua – viene fuori tutta la difficoltà nel giustificare i ritardi accumulati nella gestione di questi fondi”, ma ha riconosciuto all’attuale titolare della delega di essersi approcciato da poco nell’incarico, dopo un anno e mezzo in cui si sono succeduti nella responsabilità di questa materia, prima il presidente Roberto Occhiuto e dopo la vice presidente Giusy Princi. “Non possiamo che registrare il fallimento della governance sui fondi comunitari – ha affermato – che è un problema antico di questa Regione e non solo di oggi”.

Replicando agli interventi in Aula, il presidente della Giunta, Roberto Occhiuto, ha rivolto innanzitutto un ringraziamento alla sua squadra per il lavoro fatto.

Voglio tranquillizzare tutti i consiglieri regionali – ha detto Occhiuto – riguardo la circostanza che su questa materia io mi assumo tutte le responsabilità delle scelte. Perché è una materia troppo importante e troppo decisiva perché il Presidente della Regione non si riconosca nella responsabilità di ciò che funziona, o di quello che poteva funzionare meglio. In Calabria, a fronte di 2,5 mld di risorse comunitarie, c’è oggi un residuo di spesa e di risorse da monitorare che si aggira intorno ai 650 milioni di euro.

E io sono ottimista in ordine al risultato che conseguiremo alla fine di quest’anno, quando ci saranno i dati definitivi. C’è stata un’importante propensione della spesa e della spesa monitorata quest’anno e si è generato un modello organizzativo che, io credo, produrrà risultati molto apprezzabili, con buona pace di chi sembra augurarsi, a volte, che la Calabria continui ad essere ultima in Italia. Se oggi ci fosse la fotografia della spesa delle Regioni, la Calabria non risulterebbe più l’ultima regione ma si segnalerà per la grande capacità di intervento su questa materia“.

MINORANZA ABBANDONA L’AULA

I gruppi di minoranza del Consiglio regionale hanno abbandonato l’Aula in segno di protesta contro la maggioranza e la Giunta. La decisione è stata annunciata dal capogruppo del Pd, Mimmo Bevacqua.

Non condividiamo questo metodo, che è ormai diventata una abitudine della maggioranza – ha detto Bevacqua – di portare in Aula, a scadenza quasi mensile, un ‘decreto omnibus’ che contiene di tutto e di più. Riteniamo che questi provvedimenti richiedessero, come gli altri in precedenza, un dibattito serio nelle Commissioni, un coinvolgimento della società civile ed una partecipazione democratica adeguata“.

I consiglieri di minoranza hanno convocato una conferenza stampa per illustrare i motivi della decisione dei gruppi di abbandonare l’Aula nel corso dei lavori dell’Assemblea.

Bevacqua ha toccato il tema della legge sulla fusione dei Comuni. “Si tratta di un provvedimento – ha detto – che cancella il ruolo e le funzioni delle Autonomie locali. Sono decisioni che ci preoccupano, soprattutto per il ruolo e la dignità del Consiglio regionale. Ruolo che noi vogliamo garantire con dignità e responsabilità, ma anche con quella partecipazione in grado di contribuire a migliorare i provvedimenti normativi e le proposte legislative. Vogliamo essere protagonisti. Siamo qui per denunciare uno stato di frustrazione che ci rende impotenti rispetto a provvedimenti per i quali avremmo voluto dare un contributo serio e fattivo. E invece ci ritroviamo mortificati nel nostro ruolo“.

“Siamo qui – ha detto Antonio Lo Schiavo, del Gruppo Misto – per ribadire un principio. Non si può chiedere la collaborazione delle opposizioni e poi forzare la mano con l’arroganza dei numeri. È un metodo che non può andare bene. Ma c’è anche una questione di merito perché su alcune questioni le regole vanno condivise e non vanno cambiato peggiorandole. Questo non è decisionismo, è arroganza”.

Secondo il capogruppo del Movimento 5 Stelle, Davide Tavernise, “quella di oggi è stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. Con questa maggioranza è impossibile dialogare. Il lavoro dell’opposizione ha prodotto i suoi frutti facendo convocare l’Anci. In nessuna Regione italiana esistono leggi che tagliano il ruolo dei Comuni. In Emilia-Romagna, addirittura, la Regione finanzia uno studio di fattibilità per verificare gli effetti della fusione tra Comuni“.

Il Consiglio regionale ha approvato, con i soli voti della maggioranza, dopo l’abbandono dell’Aula da parte dei gruppi della minoranza, la proposta di legge “omnibus” contenente anche la modifica delle norme sulla fusione dei Comuni. L’Assemblea ha anche detto sì alla proposta di legge recante “Modifiche alla legge regionale 14/1984 – Provvidenze in favore dei mutilati ed invalidi civili e del lavoro”.

L’ultimo atto adottato dal Consiglio è stata l’approvazione di una mozione presentata da Domenico Giannetta, di Forza Italia, sulla diffusione della peste suina asiatica nel territorio della provincia di Reggio Calabria.

LA REPLICA DELLA MAGGIORANZA

Abbandonare l’Aula, invece di accettare il confronto sugli argomenti dell’ordine del giorno, è stata una scelta democraticamente irriguardosa per l’Istituzione e per i calabresi, che dai consiglieri regionali si attendono soluzioni ai problemi e non polemiche pretestuose – affermano, in una nota, i capigruppo del centrodestra del Consiglio regionale. Riteniamo che la scelta degli esponenti delle opposizioni – aggiungono i capigruppo – non sia dovuta ad una diversità di opinioni nel merito, ma risponda ad esigenze esclusivamente politiche, dove per politica intendono che se la maggioranza non soggiace ai loro veti, le opposizioni provano a paralizzare l’Istituzione. Questo però non è l’Aventino, ma la fuga dalla responsabilità di contribuire, ognuno per la propria parte, a dare le risposte ai problemi della Calabria. Naturalmente il Consiglio regionale è pienamente legittimato ad esaminare e approvare i proposti provvedimenti legislativi. E il centrodestra a realizzare la piattaforma programmatica su cui i calabresi ci hanno dato ampia fiducia per elaborare e mettere a terra realistiche prospettive di sviluppo. Risultano, inoltre, mistificanti le spiegazioni della fuga dall’Aula. In realtà, da parte del centrosinistra persiste un inaccettabile atteggiamento pregiudizialmente orientato a dire ‘no’ ad ogni proposta della Giunta regionale e della maggioranza, sia perché, privi di strategia per affrontare le trasformazioni della società in corso, l’unico movente delle loro azioni è tutelare il modus operandi delle passate esperienze di governo, e sia perché la deriva populista del Pd, il cui unico obiettivo è strappare consenso ai 5Stelle in vista delle elezioni europee, spinge a esasperare la polemica per competere sul terreno dell’antipolitica sloganista e generalista. Tutto ciò, inclusa l’arroganza di ritenersi i detentori della verità anche rispetto a riforme per modernizzare il sistema-regione che dovrebbero vederci remare tutti nella stessa direzione, è sconfortante, specie se misurato alle tante emergenze della Calabria che, oggi come mai, chiede alla politica non di aumentare i decibel della protesta ma di individuare proposte performanti per i problemi vecchi e nuovi“.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *