Cosenza. Operazione ‘Gazze ladre’: furti e ricettazioni al villaggio rom, 17 arresti

Tra Cosenza e Barcellona Pozzo di Gotto, in Provincia di Messina, i carabinieri hanno arrestato 17 persone appartenenti a gruppi criminali operanti nel cosiddetto villaggio degli zingari di Cosenza.

L’operazione, denominata ‘Gazze ladre’ ha impegnato circa 150 militari e rappresenta la prosecuzione dell’operazione Gipsy dello scorso 14 luglio.

Tra i reati contestati ci sono furti nelle mense dei poveri e all’interno delle scuole, traffico di stupefacenti e furti di auto con ‘cavallo di ritorno‘.

Tredici le persone finite ai domiciliari e 4 quelli con obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Le indagini hanno permesso di risalire agli autori di 9 furti e ricettazioni di veicoli seguiti da 6 estorsioni consumate con il metodo del cosiddetto ‘cavallo di ritorno’, 9 furti commessi ai danni di istituti scolastici, strutture sportive, depositi di pullman, associazioni di beneficenza, nonché numerose cessioni di droga, tutti fatti perpetrati da novembre 2018 a settembre 2019.

Le indagini sono partite dal furto di un’auto successivamente utilizzata per effettuare una rapina alla clinica “San Bartolo” a Mendicino, nel corso della quale 3 persone, con il volto travisato da passamontagna ed armati di pistola, avevano asportato circa 10 mila euro.

A differenza di quanto appurato nell’indagine “Gipsy Village” dello scorso 14 luglio, dove i fermati contattavano direttamente i proprietari sul luogo del furto o telefonicamente da cabine telefoniche, per concordarne la restituzione dietro pagamento di denaro, nell’operazione “Gazze Ladre” gli indagati, dopo aver trafugato i veicoli, attendevano che venissero contattati dalle vittime che si recavano direttamente al “villaggio degli zingari”, per ottenere la restituzione dell’autovettura dietro la corresponsione di una somma che variava da 300 a 2.500 euro.

I furti di autovetture, compiuti di giorno o di sera ma mai di notte, venivano organizzati con minuzia di particolari e sistematicità, al punto che da una intercettazione ambientale è emersa l’esistenza di una “lista” di auto da rubare.

Una volta individuato il veicolo giusto, riuscivano a rubarlo in soli tre minuti, grazie all’utilizzo di centraline che collegate al quadro elettrico del veicolo ne consentivano l’accensione. Le auto rubate venivano quindi portate al “Villaggio” dove venivano svuotate di tutto il materiale utile, venendo poi spostate, con apposita “staffetta”, in vie secondarie della città dove venivano parcheggiate in attesa di essere restituite ai proprietari dietro il pagamento di una somma di denaro.

Un furto è stato compiuto anche ai danni di una mensa per indigenti di Cosenza, gestita da alcuni volontari.

Nella circostanza, gli autori riuscivano ad asportare tutta l’attrezzatura della cucina per un valore di circa 2 mila euro ed a causare ingenti danni all’immobile.

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