SCALEA, “contributo di bonifica senza beneficio: ma si paga”

SCALEA – Riceviamo la lettera aperta di Carmine De Filippo, professionista nel campo turistico con agenzia immobiliare e centro amministrazioni condomini che pubblichiamo interamente:

Il Consorzio di Bonifica ha fatto pervenire gli auguri di buone feste a tutti i consorziati proprietari di immobili “agricoli ed ex agricoli” che ricadono nel cosiddetto “perimetro di contribuenza” da pagare per gli anni 2016 e 2017 di €.23,00 per anno + €.5,37 per un totale di €.51,37.Il problema è formale e anche sostanziale.

FORMALE, si deve pagare. Un provvedimento vetusto, e ancora vigente, R. D. 13 febbraio 1933, n. 215, recante “Nuove norme per la bonifica integrale”, emessodall’amministrazione fascista con l’intento di portare a termine la bonifica dei terreni malsani del centro-nord Italia. Istituì i consorzi di bonifica e che i proprietari degli immobili siti nel comprensorio che traggono beneficio dalla bonifica sono tenuti alla contribuzione delle opere di competenza e che non siano solo a totale carico dello Stato.

La Corte Costituzionale, di recente, con sentenza n.188/2018 ha ritenuto la questione di legittimità costituzionale ammissibile e fondata e ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 23, comma 1 lett.a), della legge della Regione Calabria 23 luglio 2003,n.11, nella parte in cui prevede che il contributo consortile di bonifica, quanto alle spese afferenti il conseguimento dei fini istituzionali dei Consorzi, è dovuto “indipendentemente dal beneficio fondiario” invece che “in presenza del beneficio”.

Inoltre la Corte Costituzionale ha precisato che, la successiva legge Reg.Calabria n.13 del 2017, ha posto rimedio a tale vulnus per il futuro, in quanto all’art. 1 ha novellato il comma 1 dell’art. 23 della legge Reg.Calabria n.11 del 2003 statuendo “senza più distinguere tra quota a) e quota b) – che i proprietari di beni immobili agricoli ed extragricoli ricadenti nell’ambito di un comprensorio di bonifica, che traggono un beneficio, consistente nella conservazione o nell’incremento del valore degli immobili, derivante dalle opere pubbliche o dall’attività di bonifica effettuate o gestite dal Consorzio, sono obbligati al pagamento di un contributo consortile, secondo i criteri fissati dai piani di classifica elaborati e approvati ai sensi del successivo art. 24 e specificando che per beneficio deve intendersi il vantaggio tratto dall’immobile agricolo ed extragricolo a seguito dell’opera e dell’attività di bonifica tesa a preservarne, conservarne e incrementarne il relativo valore”.

Per cui, come si dice ci hanno messo una pezza e formalmentedall’anno 2017 è dovuta, grazie anche ai politici, che noi eleggiamo in Regione.Comunque penso che il 2016 non è dovuto, perché la legge è del 2017 e non dovrebbe avere retroattività.

SOSTANZIALMENTE, non si dovrebbe pagare. Il cosiddetto “beneficio idraulico” (1H78) si traduce in pratica: nello scolo delle acque piovane e una difesa per evitare gli allagamenti degli immobili. Cosa che si verifica puntualmente, ogni volta che arrivano i temporali o il mare si “alza” proprio per la mancanza di manutenzione e pulizia dei canali di scolo. Più volte denunciate dal sottoscritto formalmente e con comunicazioni stampa, non si sono degnati neanche di rispondere. In merito vorreiprecisare anche che il disastro èstato fatto dal Consorzio nel passato quando ha permesso di far coprire i canali, rendendo difficile la manutenzione e la pulizia. Poi gli immobili che si allagano si “decrementano” e dunque difficilmente vendibili, dunque un danno e sono tanti. Io come cittadino sarei ben felice di dare il mio contributo, peraltro neanche tanto oneroso, purché si risolvono i problemi e si hanno dei benefici, perché di soldi ne arriveranno tantissimi. Basti pensare che se la richiesta è fatta a 10.000 immobili, ossia 1/3 del patrimonio immobiliare di Scalea, portano nelle casse del Consorzio oltre 230.000 mila di euro all’anno che con gli arretrati superano il milione di euro, che se verranno utilizzati e spesi solo per i canali, si potrebbe risolvere il problema allagamenti. Per esperienza penso che bisogna intervenire soprattutto a monte dell’abitato, ossia prima che l’acqua arriva a valle, in modo da alleggerire la portata nei canali.

Sono per risolvere i problemi e per non fare polemiche inutili che non servono a niente e a nessuno, per cui se volete sono a disposizione con la mia esperienza per quello che possa servire.

Speriamo che l’anno appena iniziato possa portare un sereno confronto con cui affrontare gli annosi problemi irrisolti da decenni per portare Scalea ad occupare il posto che merita, ossia la capitale della Riviera dei Cedri.

 

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