Coronavirus. Fase2 a Crotone

E’ iniziata con un omaggio a Giovanni Leone, il parrucchiere di 43 anni morto a causa del coronavirus la riapertura delle attività commerciali a Crotone. Tutti i colleghi si sono ritrovati davanti all’ingresso del suo negozio per una commemorazione silenziosa e commossa. Quella della categoria dei parrucchieri era la riapertura più attesa in città. “Abbiamo potuto organizzarci – dice Rino Oppido, referente di Fenimprese – e lavoreremo solo su appuntamento indossando tutti i dispositivi di protezione previsti. L’attenzione sarà massima”. In tutti i saloni e centri di bellezza ci sono delle persone.”Probabilmente è più complicato per noi che per i nostri clienti – sostiene Michela Lappanese del centro Donna Moderna – stiamo più a disinfettare che a fare acconciature. Il timore c’è sempre, ma non vedevamo l’ora di aprire anche perché fino ad oggi abbiamo pagato fitti e spese a vuoto”.

POCHI CLIENTI  NEI NEGOZI

“Abbiamo aperto ma l’affluenza non c’è. Noi che avevamo già aperto per i bambini siamo un po’ più organizzati dei colleghi perché le linee guida sono arrivate troppo in ritardo. Per fortuna sono meno restrittive di quello che era stato annunciato”. Marcello Sacchetta del negozio Bfashion di Crotone appare piuttosto sconfortato. “Noi nel negozio – prosegue – prendiamo tutte le precauzioni. Diamo ai clienti maschere e guanti perché provino i capi solo in questo modo. C’è però incertezza, c’è paura e pochi soldi. Ripartire non è facile perché i volumi di cassa si fanno in base al numero di clienti che entra. Non abbiamo avuto alcun tipo di aiuto per i costi sostenuti comunque. Se va bene ai saldi riusciremo a recuperare qualcosa, altrimenti la perdita è secca”. Non va meglio al negozio Mas di Saverio e Giuseppe Masellis. Si tratta di un’attività specializzate negli abiti da cerimonie. “Il settore è il più penalizzato – dice Saverio Masellis – perché avevamo 60 matrimoni, tutti spostati ad altra data. Tutta la collezione è rimasta invenduta. Avevamo acquistato anche già abiti per alcuni matrimoni anticipando i soldi e poi ci siamo ritrovati nel lockdown. Noi ci siamo esposti ma ci sono rimasti gli abiti invenduti. Siamo a zero fatturato, i costi rimasti e quando siamo tornati per organizzare l’apertura abbiamo scoperto che ci hanno tagliato il telefono per il mancato pagamento di bollette e ridotto la potenza elettrica nonostante le promesse del governo”. “In questo momento – aggiunge – non possiamo neppure usare il pos per eventuali pagamenti elettronici perché siamo senza linea. L’idea è di convertire il negozio, ma oltre ai problemi di liquidità per acquistare la merce ci sono anche problemi di fornitura perché i produttori sono rimasti fermi”.

CAMPER DELLA SPERANZA

Ripartono imprese e attività commerciali, ma ricomincia anche il lavoro dei volontari di strada per aiutare chi non ha possibilità di sfamarsi. A Crotone dove da oggi torna in attività anche il Camper della speranza, il mezzo con il quale, dall’ottobre del 2010, un gruppo di volontari porta sostegno e aiuto alle persone senza fissa dimora. Il servizio sarà svolto in maniera differente rispetto al passato considerata l’esigenza di rispettare le norme contro la diffusione del coronavirus. Non sarà svolta la raccolta del cibo dai commercianti che potranno eventualmente contattare in caso di eccedenze particolari. Sul camper potranno salire solo tre volontari dotati di mascherine. Durante la fermata due rimarranno a bordo per preparare i piatti da distribuire ed uno scenderà per garantire l’assenza di assembramenti e una fila ordinata e distanziata. Il mezzo sarà dotato di igienizzante per le mani e sanificato a fine servizio. Tre le fermate: Stazione, Santa Rita e Piazza Mercato.

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