‘Ndrangheta a Parghelia. Ritardo motivazioni, in liberà reggente della famiglia Il Grande

Il presunto reggente della famiglia di ‘ndrangheta Il Grande di Parghelia, Carmine Il Grande, ed altre sei persone ritenute legate allo stesso clan, tutte condannate a pene inferiori a 10 anni di reclusione in abbreviato, sono tornate in libertà negli ultimi giorni. La scarcerazione è dovuta al mancato deposito delle motivazioni della sentenza di primo grado del processo “Costa Pulita” contro il clan Mancuso e le famiglie Accorinti e Il Grande, emessa il 31 luglio 2018 che ha impedito la fissazione del giudizio di appello nonostante in precedenza il magistrato che ha celebrato il procedimento penale avesse sospeso i termini di custodia cautelare. Questo non è bastato per non far scattare la scadenza dei termini. La legge stabilisce infatti che tra il primo e il secondo grado debba trascorrere un anno ad esclusione del termine richiesto per il deposito delle motivazioni che in questo caso è stato di 90 giorni cui se ne sono sommati altrettanti per la proroga. Alcuni dei condannati sono stati scarcerati nelle scorse settimane, prima osservando alcune misure, e da qualche giorno senza restrizioni. Per Carmine Il Grande, ritenuto dagli inquirenti al vertice dell’omonima famiglia, è caduto il divieto di dimora in provincia di Vibo, su istanza presentata dei suoi legali, ed è tornato libero senza prescrizioni.

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