‘Ndrangheta. Sequestrato impero dell’imprenditore Mazzaferro

I carabinieri del Ros e del comando Provinciale di Reggio calabria hanno sequestrato beni del valore complessivo di oltre 6 milioni e mezzo di euro nei confronti degli eredi dell’imprenditore Teodoro Mazzaferro, morto nel 2018 all’età di 80 anni nel momento in cui era imputato per associazione mafiosa, con funzioni direttive, essendo esponente di spicco della cosca di ‘ndrangheta “Piromalli” di Gioia Tauro. I beni sequestrati sono tre società attive nel settore immobiliare ed operanti sui comuni di Gioia Tauro e Palmi, 155 immobili, rapporti finanziari, assicurativi e titoli al portatore. Dall’operazione “Provvidenza” del 2017 è stato ricostruito il percorso di crescita imprenditoriale di Mazzaferro, divenuto sin dagli anni ’60 un esponente di rilievo della consorteria ‘ndranghetista operante sulla piana di Gioia Tauro, vincitrice del primo conflitto di mafia scoppiato tra gli anni ’70 ed ’80 ed oggetto del procedimento “De Stefano Paolo + 59”, pietra miliare della storia del contrasto alla mafia calabrese. In tale contesto, forte dei guadagni illeciti acquisiti a seguito della partecipazione nel 1975 all’appalto relativo alla costruzione del V Centro Siderurgico di Gioia Tauro, trasformato successivamente nell’attuale porto, Mazzaferro aveva avviato un’innumerevole serie di investimenti immobiliari nei territori di Gioia Tauro e Palmi. Grazie ai capitali illeciti foraggiati dai Piromalli e ad una serie di rapporti intessuti con amministratori locali, era riuscito a realizzare anche una lunga serie di lottizzazioni immobiliari che nel tempo gli avevano consentito di registrare guadagni milionari, immediatamente reinvestiti, che lo avevano fatto diventare il più importante imprenditore immobiliare della piana di Gioia Tauro. L’ultima attività d’investimento censita da parte di Mazzaferro è stata la partecipazione al piano di espansione urbanistica della città di Gioia Tauro nella zona del locale ospedale civile, tramite la lottizzazione “Teorema”, i cui terreni erano stati acquisiti ancora agricoli prima della definizione dell’iter amministrativo di conversione in edificabili, garantendosi con le successive vendite dei forti guadagni speculativi. L’indagine patrimoniale ha confermato l’assoluta predominanza della cosca “Piromalli” che aveva il controllo dell’intero settore immobiliare di Gioia Tauro, tramite le società immobiliari di Mazzaferro.

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