Migranti. Santelli chiede nave per la quarantena dei positivi al virus, ad Amantea si cerca distensione

Ventiquattro ore di tregua in attesa che i migranti vengano spostati altrimenti torneranno a bloccare la statale tirrenica 18. È quanto hanno stabilito i manifestanti durante la seconda giornata di protesta ad Amantea, dove sono stati trasferiti 24 migranti facenti parte di un gruppo di 70 sbarcati sabato sera a Roccella Ionica, 13 dei quali positivi al Covid -19. I residenti di Amantea, dopo l’incontro avuto con i commissari prefettizi che gestiscono il Comune dopo lo scioglimento per infiltrazioni mafiose, sono tornati lungo la statale, ma si sono fermati ai bordi della strada. La protesta, dunque, è sospesa, ma i manifestanti sono decisi a riprenderla qualora non vengano accolte le loro richieste. Il presidente della regione, Jole Santelli che a Timeline su Sky Tg24 si è detta pronta a tutto per tutelare la salute dei calabresi.

“Io ho chiesto che il Governo attrezzi una nave per la quarantena dei migranti contagiati giunti in Calabria ed il Ministro dell’Interno mi ha fornito precise rassicurazioni su questo punto. Non possono arrivare sul territorio calabrese persone che ci portano il covid”. “I tempi per l’arrivo di questa nave – ha aggiunto la presidente Santelli – devono essere brevissimi, questione di ore. Se non ci saranno risposte in tal senso, io sono anche pronta a chiudere i porti per impedire nuovi arrivi di migranti perché il mio compito é difendere la Calabria, i calabresi ed anche chi viene nella nostra regione come turista. Roccella Jonica, come Amantea, sono località turistiche, vivono di turismo ed il danno che é stato fatto a queste località in questa specifica vicenda é stato enorme”.”La nave quarantena che deve arrivare in Calabria per i migranti contagiati dal covid non può che essere, comunque, solo una misura tampone. Ciò che é importante é che a livello europeo si crei una cintura di sicurezza attorno ai confini meridionali del continente. Non si tratta più – ha aggiunto Santelli – di una questione di immigrazione perché così si scade nella demagogia. Si tratta di una questione di salute. Nel caso specifico dobbiamo applicare esattamente le stesse norme che applichiamo nel momento in cui blocchiamo gli arrivi da alcuni Paesi in cui il coronavirus é ancora fortemente prese.

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