‘Ndrangheta stragista. Chiesto ergastolo per Graviano e Filippone

Il procuratore capo di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri, dopo la requisitoria del procuratore aggiunto di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo, ha formulato le richieste di condanna all’ergastolo per il boss di Cosa Nostra, Giuseppe Graviano e per quello della ‘ndrangheta, Rocco Santo Filippone, nell’ambito del processo “Ndrangheta stragista”. Sono accusati di diversi attentati a carabinieri e dell’omicidio dell’appuntato Antonino Fava e del carabinieri Vincenzo Garofalo, uccisi sull’autostrada a Palmi nel 1994.  Tutto fa parte della strategia della tensione messa in atto da Cosa Nostra all’inizio degli anni ’90 e in cui la criminalità organizzata calabrese avrebbe avuto un ruolo chiave. Nel corso della lunga requisitoria davanti alla Corte d’Assise di Reggio Calabria, presieduta da Ornella Pastore, Lombardo ha parlato di “prove sovrabbondanti”. Un concetto ribadito, nel corso del suo intervento, dal procuratore Bombardieri, che si è soffermato sui rapporti tra le due mafie. La fase finale della requisitoria è stata seguita anche dal procuratore nazionale antimafia, Federico Cafiero De Raho. Bombardieri ha invitato la Corte d’Assise a “dare giustizia al popolo italiano” per il disegno stragista messo in atto dalle mafie. “La nostra ricostruzione andrà oltre le verità sottobanco, il compromesso, le scorciatoie, il silenzio e la paura. Questo siamo chiamati a fare oggi, perché noi abbiamo il dovere della verità, abbiamo il dovere di chiederla come cittadini, abbiamo il dovere di cercarla come magistrati del pubblico ministero, avete il compito di affermarla voi giudici. Costi quel che costi, perché noi viviamo un eterno presente da cui dipende il nostro domani – dice il magistrato – Perché per noi il tempo si è fermato in questo eterno presente e diventerà altro solo quando tutto quello che va ricostruito sarà ricostruito fino in fondo”. “Le stragi di mafia non saranno mai “passato” in questa nazione” ha affermato il procuratore aggiunto della Dda di Reggio Calabria.

Davanti al Palazzo di Giustizia si è tenuto un Sit-in a sostegno del Procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo, istruttore del Processo con persone provenienti da tutta Italia che hanno esposto cartelli con su scritto “Siamo tutti Giuseppe Lombardo”.

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