Reggio Calabria. ‘Ndrangheta: confiscati beni per 124 milioni di euro

Colpo alla ‘Ndrangheta nel reggino. I militari della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, coadiuvati dai colleghi dello Scico, con il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia, diretta dal Procuratore Capo, Giovanni Bombardieri, hanno confiscato un ingente patrimonio per un valore complessivo di oltre 124 milioni di euro, nei confronti degli imprenditori  Luigi, Francesco, Giuseppe e Francesco e Francesco jr. Bagalà, indiziati di intraneità alla cosca Piromalli di Gioia Tauro.

I destinatari del provvedimento di confisca emergono dalle indagini svolte nell’ambito delle operazioni “Ceralacca”, “Cumbertazione”, “Martingala” e “Waterfront”, condotte dal Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata di Reggio Calabria e dallo Scico, sotto la direzione ed il coordinamento della Dda di Reggio Calabria, che hanno portato all’esecuzione di:

–   provvedimenti restrittivi di natura personale, per i reati di associazione per delinquere di tipo mafioso, riciclaggio e autoriciclaggio, associazione a delinquere finalizzata all’emissione di false fatturazioni, associazione per delinquere, finalizzata alla turbata libertà degli incanti, alla frode nelle pubbliche forniture, alla corruzione e al falso ideologico in atti pubblici, tutti aggravati dal metodo mafioso;

–   provvedimenti cautelari reali, ex art. 321 c.p.p., su un patrimonio costituito dai compendi aziendali di imprese/società, beni mobili, immobili e disponibilità finanziarie per svariati milioni di euro.

A seguito di detti provvedimenti, la Dda ha delegato il Gico del Nucleo di polizia economico finanziaria di Reggio Calabria e lo Scico, all’effettuazione di indagini economico-patrimoniali, volte all’individuazione dell’intero patrimonio dei proposti e del loro nucleo familiare, al fine di avanzare proposta per l’applicazione di una misura di prevenzione personale e patrimoniale.

A conclusione di tali investigazioni, è stata accertata la sussistenza di una significativa sproporzione tra il profilo reddituale e quello patrimoniale del nucleo familiare dei “proposti”.

Le relative risultanze sono confluite in una proposta formulata dalla Dda, accolta dalla Sezione misure di prevenzione del Tribunale reggino, mediante l’emissione, nel 2018, di appositi provvedimenti di applicazione della misura di prevenzione patrimoniale del sequestro, finalizzati alla successiva confisca.

La stessa Sezione, condividendo la ricostruzione economico-patrimoniale e le argomentazioni formulate anche in sede di complesse controdeduzioni alle memorie e perizie tecniche rassegnate dal collegio difensivo dei proposti, con l’odierno provvedimento ha disposto, oltre all’applicazione della misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale per anni 3, per tutti i proposti, la confisca dell’ingente patrimonio precedentemente cautelato.

L’attività di servizio in rassegna testimonia, ancora una volta, l’elevata attenzione della Guardia di Finanza che, nel solco delle puntuali indicazioni dell’Autorità Giudiziaria reggina, continua a essere rivolta all’individuazione e alla conseguente aggressione dei patrimoni e delle disponibilità finanziarie illecitamente accumulati dalle consorterie criminali di stampo mafioso, allo scopo di arginare l’inquinamento del mercato e della sana imprenditoria, con l’intento di ripristinare adeguati livelli di legalità, trasparenza e sicurezza pubblica.

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