OSSERVATORIO REGIONALE SULLE DISCRIMINAZIONI NEL LAVORO: ASSENTI CGIL, CISL E UIL

Cgil, Cisl e Uil Calabria non hanno partecipano questa mattina alla riunione dell’Osservatorio regionale contro le discriminazioni sui luoghi di lavoro convocata presso il Consiglio Regionale della Calabria dal Presidente Filippo Mancuso.

La nostra assenza non significa affatto una sottovalutazione dell’importanza dell’organismo creato con la legge regionale n. 412 del 30/11/2022 – dichiarano in una nota unitaria i Segretari generali regionali delle tre organizzazioni Angelo Sposato, Tonino Russo e Santo Biondo.

Intendiamo invece, proprio per valorizzarne l’importante funzione, sottolineare alcuni punti. Innanzitutto, non riteniamo abbia senso una convocazione con all’ordine del giorno la “presentazione delle linee guide, della finalità e degli obiettivi dell’Osservatorio”, laddove le organizzazioni che rappresentano i lavoratori non hanno avuto la possibilità di partecipare all’elaborazione di queste linee, finalità e obiettivi.

Inoltre, la presidenza dell’Osservatorio è assegnata non dai componenti dall’organismo stesso, come vorrebbe la logica della partecipazione democratica, ma dal Presidente del Consiglio Regionale con proprio decreto: un organismo importante, che prevede una larga presenza di enti e organizzazioni competenti in materia di salute e sicurezza sul lavoro, sa certamente decidere da sé chi deve svolgere le funzioni di presidente.

Con queste premesse, l’Osservatorio parte male. Chiediamo perciò al Consiglio Regionale – concludono i Segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Calabria – di intervenire per correggere queste sgrammaticature istituzionali, se si vuole che l’organismo sia davvero uno strumento efficace per “il miglioramento della vita lavorativa, nonché della sicurezza e della salute sul lavoro delle lavoratrici e dei lavoratori”, che operi effettivamente  nel rispetto del principio di sussidiarietà e secondo il metodo della concertazione con le parti sociali e della collaborazione con gli enti locali e con gli enti istituzionali competenti in materia di salute e sicurezza sul lavoro”, come è scritto nell’art. 1 della legge istitutiva».

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