RINASCITA-SCOTT. GRATTERI CHIEDE CONDANNE PER MIGLIAIA DI ANNI DI CARCERE

Il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri a conclusione della requisitoria nel processo Rinascita-Scott ha chiesto condanne per migliaia di anni di carcere contro presunti capi e gregari delle cosche di ‘ndrangheta del Vibonese e colletti bianchi, politici, imprenditori, accusati di avere favorito le ‘ndrine.

Per uno dei principali imputati, l’avvocato ed ex parlamentare di Forza Italia Giancarlo Pittelli, la richiesta di condanna è stata di 17 anni di reclusione.

Gratteri ha chiesto la condanna a 1 anno e 6 mesi per l’ex assessore regionale Luigi Incarnato, presidente del Consiglio nazionale del Psi; 20 anni chiesti per l’ex consigliere regionale della Calabria Pietro Giamborino, considerato dalla Dda di Catanzaro un componente a pieno titolo del clan di Piscopio; 17 anni la richiesta per Michele Marinaro, ex finanziere in servizio alla Dia di Catanzaro; a 8 anni per il colonnello dei carabinieri Giorgio Naselli.

Gratteri ha anche chiesto la condanna dell’ex sindaco di Pizzo Gianluca Callipo a 18 anni e per l’ex comandante della Polizia municipale di Pizzo Filippo Nesci a 6 anni.

Le condanne più pesanti, 30 anni, sono state chieste, tra gli altri, per i boss Domenico e Pasquale Bonavota, quest’ultimo catturato poche settimane fa da latitante a Genova, per il boss di San Gregorio d’Ippona Saverio Razionale e per il presunto boss di Vibo Valentia Paolino Lo Bianco.

Complessivamente sono 322 le richieste di condanna avanzate dal procuratore Gratteri a conclusione della requisitoria nel processo Rinascita Scott nei confronti dei 338 imputati. Il magistrato, infatti, ha chiesto anche nove assoluzioni e la nullità dell’atto che dispone il giudizio o la prescrizione per altri tre.

La requisitoria è stata condotta per circa 3 settimane dai pm della Dda di Catanzaro Annamaria Frustaci, Antonio De Bernardo e Andrea Mancuso.

In pochi avevano creduto in questo processo, per la mole degli imputati, per il collegio dalla giovane età – ha detto Gratteri. C’è stata una sorta di tifo perché questo processo non si celebrasse, ma si è svolto con serenità e se ci sono stati momenti di tensione è normale, è il sale del processo“.