TRAFFICO INTERNAZIONALE DI ARMI E DROGA: 25 ARRESTI. SEQUESTRATI BENI PER 3,8 MILIONI

l militari del Comando provinciale della Guardia di finanza di Catanzaro hanno condotto l’operazione “Gentleman2” in Calabria, Germania e Spagna nell’ambito della quale sono state arrestate 25 persone e sequestrati beni per un valore di 3,8 milioni di euro. Gli indagati sono accusati di avere preso parte, a vario titolo, ad un’associazione per delinquere dedita al traffico internazionale di armi e droga.

I reati contestati sono associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, e reati in materia di armi e droga.

L’operazione, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, ha permesso di smantellare un’associazione dedita alla pianificazione di importazioni di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti, del tipo cocaina, eroina e hascisc, con base operativa nel cosentino, tra Cassano allo Jonio, Corigliano Calabro e la Sibaritide, e diramazioni in Germania.

Le misure cautelari sono state eseguite con l’impiego di oltre 200 finanzieri e l’ausilio di unità Antiterrorismo e del Pronto Impiego, delle unità cinofile antidroga e della componente aerea della Guardia di Finanza.

A condurre alle odierne misure è stata un’attività investigativa partita dal 2020 guidata della Squadra Investigativa Comune (Sic) e costituita dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria (Gico) della Finanza e dalle Forze di polizia tedesche della Questura di Francoforte sul Meno e della Polizia Giudiziaria Federale di Liegi, in Belgio e dall’Eurojust, supportata della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga (Dcsa) e dall’Ufficio Europeo di Polizia (Europol).

Gli inquirenti per svolgere le attività di indagine hanno utilizzato, oltre ai metodi tradizionali, intercettazioni telefoniche, telematiche e ambientali, sia in Italia che in Germania, e l’analisi dei risultati dei sistemi di comunicazione criptata utilizzati dagli indagati.

L’inchiesta ha portato anche a constatare la sproporzione tra il reddito e le attività svolte da alcuni degli indagati ed il reddito dichiarato che ha condotto contestualmente al sequestro società, ditte individuali, fabbricati, terreni, autoveicoli e motoveicoli, per un valore complessivo di 3,8 milioni di euro.

Nel corso delle indagini è emersa anche la struttura e il modus operandi di un’altra associazione radicata a Corigliano-Rossano e finalizzata al traffico, sul territorio, di sostanze stupefacente, in particolare del tipo marijuana e hascisc.

L’operazione ha consentito anche di arrestare, in Germania, un 47enne di origine greca, latitante da 7 anni.  L’uomo, considerato uno dei vertici dell’organizzazione, era evaso dal carcere di Rebibbia, insieme ad altre due persone, calandosi con delle lenzuola riuscendo così a superare il muro di cinta. Il 47enne ha una condanna definitiva a 27 anni di carcere per narcotraffico e un procedimento in Belgio, sempre per narcotraffico. Nel corso di una perquisizione è stato ritrovato anche un biglietto manoscritto risalente all’uomo in cui sono annotati i conteggi sul prezzo della cocaina da inviare a un sodale.

Durante la conferenza stampa che si è tenuta questa mattina nella Procura di Catanzaro, per illustrare i dettagli dell’operazione “Gentleman2” il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri ha affermato che si tratta di “Un’indagine importante che si è avvalsa del supporto di Eurojust, Europol e Interpol. Una collaborazione a me molto cara è quella con la Direzione centrale servizi antidroga, – ha proseguito Gratteri – un organismo che ha sede a Roma e consente di rapportarci con gli altri organismi tra i quali le forze di polizia di Germania e Belgio“.

Alla conferenza è intervenuto anche il generale Antonio Quintavalle Cecere, comandante dello Scico della Guardia di finanza, il quale ha parlato di un “holding criminaledel narcotraffico, in grado di fornire eroina, cocaina e hascisc con fonti di approvvigionamento in Marocco, Albania e Sud America.

All’interno dell’organizzazione spiccano anche soggetti di nazionalità albanese che – ha spiegato il generale delle fiamme gialle – “hanno fatto un salto di qualità con proprie filiali e uomini di stanza in Messico, in contatto diretto con i cartelli sudamericani“.

Altro dato emerso è la richiesta di armi. “Non solo armi da guerra ma anche armi lunghe e corte – ha chiarito ancora Cecere – e questo dovrebbe farci riflettere. Perché – si è chiesto – rifornirsi di armi in un periodo di pax mafiosa?“.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *