Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha partecipato a Reggio Calabria al Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, convocato dal prefetto Massimo Mariani, al termine del quale è stato sottoscritto un protocollo per prevenire e contrastare possibili tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata nei lavori di realizzazione del “Museo del Mare”.
A sottoscrivere il documento Vito Matteo Barozzi, amministratore delegato di Cobar Spa, Ance Calabria rappresentata da Michele Laganà, comune di Reggio Calabria, Prefettura e ministero dell’Interno.
L’opera, progettata dalla archistar Zaha Hadid, è pensata per la riqualificazione degli spazi tra il lungomare Falcomatà e il porto.
Il documento prevede di stipulare contratti e subcontratti esclusivamente con soggetti iscritti nelle “white list” o nell’Anagrafe Antimafia degli esecutori e prevede apposite condizioni risolutive in caso di successiva interdettiva.
Prevede la possibilità di chiedere ad Ance Reggio Calabria di accedere alla Banca Dati Nazionale Unica della Documentazione Antimafia. Con questo protocollo, inoltre, Cobar, si impegna, ad acquisire l’espressa accettazione, da parte di ciascuna società o impresa affidataria e subaffidataria, dell’obbligo di denunciare all’Autorità Giudiziaria o agli Organi di Polizia qualsiasi interferenza illecita, in qualsiasi forma essa si manifesti.
La Cobar – che tra le altre opere ha realizzato i lavori di consolidamento degli ambienti ipogei del Colosseo a Roma – a Reggio Calabria si è aggiudicata appalti importanti come il Waterfront e i lavori di ristrutturazione del Museo archeologico nazionale. Un progetto per il quale la società subì le pressioni dei clan di Archi che sfociarono nel 2015 nell’inchiesta della Dda di Reggio Calabria “Il principe”, dal soprannome di Giovanni De Stefano.
«Ci siamo concentrati sui tanti problemi che affliggono questo territorio – ha detto Piantedosi. Ci sarà sempre l’impegno del governo per fare in modo che la prossima organizzazione logistica e di destinazione delle risorse tenga conto di questo particolare aggravio».
Da Reggio Calabria il ministro ha parlato del conflitto in atto in Israele e del rischio di una ripresa del terrorismo internazionale: “Andiamo sicuramente verso un innalzamento del sistema di prevenzione generale della sicurezza – ha detto Piantedosi – un rafforzamento delle misure a 360 gradi ma senza che questo indichi che abbiamo il nemico alle porte. L’esperienza ci insegna che in questi casi un innalzamento della attenzione e un rafforzamento delle misure vanno fatte, le abbiamo fatte e le faremo. Domani – ha aggiunto – ho convocato il comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica per fare una ulteriore valutazione più approfondita. Non c’è necessità di allarmare nessuno ma è evidente che ciò che sta avvenendo induca chi ha la responsabilità della sicurezza pubblica e nazionale a non trascurare nulla“.