Il presidente Filippo Mancuso aprendo i lavori del Consiglio regionale ha ricordato il primo Presidente della Regione Calabria Antonio Guarasci a 50 anni dalla morte causata da un incidente stradale avvenuto a Polla.
Stava viaggiando verso Roma per difendere il posto di lavoro di migliaia di tute blu del tessile di Cetraro.
L’Assise ha osservato un minuto di raccoglimento in sua memoria.
“Antonio Guarasci – ha detto Mancuso – è stato un lungimirante uomo delle Istituzioni che ha saputo agire per il bene comune, adoperandosi a traghettare la Calabria verso nuovi orizzonti.
Ha affrontato anche la piaga della disoccupazione e delle ‘storiche arretratezze’ della Calabria. Con il suo profilo umano e la sua storia politica, Antonio Guarasci rimane tutt’oggi un esempio di integrità etica a cui ispirarci nel quotidiano svolgimento delle nostre prerogative e, allo stesso tempo, rappresenta un monito, per tutti noi, a fare di più e meglio, ampliando la partecipazione dei cittadini alle scelte della Regione, e per dare, con la necessaria spinta all’innovazione che il nostro tempo esige, risposte ai problemi attuali della nostra Calabria.
In questa circostanza ricordiamo anche le figure di altri tre consiglieri regionali della prima legislatura venuti a mancare agli inizi degli anni ’70, anche loro convinti regionalisti: Giorgio Liguori, Consolato Paolo Latella e Giuseppe Fragomeni. I primi due morti nell’adempimento del loro mandato istituzionale: Liguori, membro della Commissione Statuto, il 21 dicembre 1970, in un incidente stradale mentre si recava alla seduta del Consiglio regionale; Latella, assessore alla sanità , il 3 gennaio 1974 a seguito di un’emorragia cerebrale che l’aveva colpito sei giorni prima nell’aula del Consiglio regionale; Fragomeni, il 21 aprile 1975, a poche settimane dalla fine della legislatura“.
Anche il presidente della Giunta Roberto Occhiuto è intervenuto in Consiglio regionale per ricordare Antonio Guarasci.
L’INTERVENTO DEL PRESIDENTE OCCHIUTO
“Vorrei associare anche il governo regionale ai sentimenti espressi da questo Consiglio. Antonio Guarasci è stato il primo presidente della regione Calabria. È morto mentre stava recandosi a Roma per risolvere una vertenza che riguardava duemila lavoratori calabresi della provincia di Cosenza.
È stato anche un presidente lungimirante perché da presidente della Provincia di Cosenza, prima, volle istituire un polo scolastico nella parte più degradata della città di Cosenza. E da presidente della Regione, dopo, collaborò con Giacomo Mancini, Antoniozzi, Riccardo Misasi e con quanti vollero l’istituzione dell’Università di Arcavacata a Cosenza. Pensate che nel ’73 Antonio Guarasci, parlando dell’Università della Calabria, quella che aveva come primo rettore Beniamino Andreatta, disse che quell’università doveva specializzarsi nell’innovazione e nella sanità . Ed è bello, oggi, poter consegnare alla memoria di Antonio Guarasci, che ha sempre creduto che l’investimento nei saperi fosse un investimento necessario a realizzare percorsi di mobilità sociale ma anche necessario a determinare percorsi di sviluppo economico, la circostanza che le generazioni che in futuro, rispetto alla sua dipartita, hanno lavorato in Calabria, hanno saputo far tesoro di quella sua felice ispirazione. Siccome credo che chi governa la regione e cerca di dare una prospettiva, un futuro alla Calabria, deve avere la capacità di trarre origine da una parte migliore della storia e del passato della Calabria stessa, ho ritenuto signor presidente di associarmi alle parole che lei ha detto. Vorrei che l’intero governo regionale potesse sentirsi, come dire, responsabile di dover proseguire una storia che proprio Guarasci cominciò in Calabria.
Guarasci era un autentico regionalista credeva che le regioni dovessero assumere nuove funzioni, nuove competenze; però aveva la capacità di declinare questo regionalismo in una chiave di equità e di solidarietà . Chi conosce la storia della Calabria, la storia di Guarasci, sa che aveva un solido rapporto di amicizia, un solido rapporto di collaborazione istituzionale con il presidente della regione Lombardia che era all’epoca Bassetti. E insieme condividevano la necessità di potenziare il ruolo delle regioni proprio nella stagione in cui le Regioni cominciavano la loro attività , ma all’interno di un disegno che consegnasse ad ogni regione la possibilità di poter essere più prossima ai bisogni dei cittadini, di tutti i cittadini. Quindi un disegno all’insegna appunto dell’equità e della solidarietà . Auspico quindi che non solo in Calabria, ma nel Paese quel clima possa ritornare ad essere presente quando si pensa a costruire il futuro delle regioni e del paese stesso“.