REGGIO CALABRIA. ESTORSIONE A IMPRENDITORE: ASSOLTO IL 62ENNE ANTONIO CORTESE

È stato assolto per non aver commesso il fatto Antonio Cortese, di 62 anni, accusato di estorsione ai danni dell’imprenditore reggino Santo Cuzzola, proprietario di alcuni negozi di ottica a Reggio Calabria.

La sentenza è stata emessa dalla Corte d’Appello che ha ribaltato la condanna a un anno di carcere, inflitta in primo grado nel 2021 quando Antonio Cortese era stato riconosciuto colpevole a causa delle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Nino Lo Giudice detto il “Nano” che, invece, aveva patteggiato.

I Fatti risalgono al dicembre 2005 quando un ordigno artigianale fu piazzato sotto l‘abitazione di Cuzzola che, stando alla versione del pentito, sarebbe stato costretto a mantenere rapporti economico criminali con la cosca Lo Giudice di cui Antonio Cortese era ritenuto l’armiere. Quest’ultimo, infatti, era accusato di aver aiutato Nino Lo Giudice a posizionare materialmente l’ordigno.

Il movente dell’attentato, stando alle dichiarazioni del pentito, sarebbe stato collegato al fatto che l’imprenditore Cuzzola avrebbe venduto un immobile a Luciano Lo Giudice, fratello del collaboratore, tacendogli l’esistenza di un’ipoteca gravante sullo stesso. Tesi che è stata contestata dall’avvocato Lisa Staropoli, difensore di Cortese, a cui ha dato ragione la Corte d’Appello presieduta da Alfredo Sicuro (a latere Karin Catalano e Sabato Abagnale).

Nella sentenza, si legge che le prove a carico di Cortese sono “insufficienti a dimostrarne la responsabilità oltre il ragionevole dubbio”. Se da una parte, infatti, è vero che c’erano state delle frizioni tra i Lo Giudice e l’imprenditore Cuzzola per l’ipoteca sull’immobile venduto al fratello del pentito, dall’altra “il contrasto risale a epoca successiva all’attentato e Luciano Lo Giudice, ancora nel febbraio 2006, nulla sapeva dell’ipoteca gravante sull’immobile, tanto che sollecitava il venditore a formalizzare la vendita”.

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