Cedro. Adduci risponde alle accuse: ‘Giù le mani dal Consorzio’

Giù le mani da Consorzio del Cedro di Calabria. E’ questo il titolo di una nota diffusa dal Presidente Angelo Adduci a pochi giorni dalla lettera di un gruppo di cedricoltori che accusava il Consorzio – e il presidente – di cattiva gestione.

NOTA STAMPA

Gli articoli apparsi sulla stampa e diffusi sul web nei giorni scorsi, di apparente critica all’operato del Presidente del Consorzio del Cedro di Calabria, celano in realtà un tentativo, posto in essere dal solito gruppo di potere, che mira a snaturare la funzione e l’opera del Consorzio, a tutto vantaggio del solito “cartello” di imprese, con conseguente danno per i cedricoltori e la cedricoltura.

C’è stata una vera e propria aggressione mediatica determinata da questi soggetti attraverso una lettera, neanche firmata, e veicolata dal solito “giornalista”, fatta a colpi di notizie false e tendenziose e con l’unico intento di diffamare e screditare, pensando o sperando che le vuote parole possano sostituirsi ai fatti.

Chi ricopre un ruolo pubblico deve accettare la critica ed i suggerimenti di tutti. Sono, però, profondamente dispiaciuto per le false notizie circolate, non tanto per la mia persona ma per il fatto che ancora oggi, nonostante i sacrifici messi in campo da tutti i cedricoltori per rilanciare la produzione cedricola, ci siano ancora dei soggetti che vorrebbero tornare indietro nel tempo per ricominciare a speculare sul prodotto, arricchendo sé stessi e vessando coloro che in ginocchio coltivano il cedro.

Gli “anonimi” noti, informano in maniera errata i lettori, poiché il Consorzio del Cedro nasce nel 1999 e non nel 2005, a dimostrazione del fatto che a loro interessa solo la data di riconoscimento regionale, ignorando completamente i principi ispiratoti ed il lavoro fatto per scrivere la Legge Regionale di tutela della cedricoltura.

Gli anonimi noti non scrivono che prima della nascita del Consorzio, il prezzo che i loro “amici” fissavano per un quintale di frutto era di 50,00 euro. Dimenticano che nel 2006 l’ente mise in campo una scelta coraggiosa a tutela del comparto, iniziando a garantire il conferimento del prodotto presso la Cittadella del Cedro, nonostante non ci fossero le coperture finanziarie. Da subito il prezzo lievitò a 90,00 euro, e da molti anni non si scende sotto la soglia dei 130,00 euro.

Non raccontano dei tentativi di sabotaggio messi in atto contro il Consorzio (e quindi contro i cedricoltori che avevano conferito il prodotto) per svalutare la vendita del cedro fresco e salamoiato che viene lavorato all’interno dello stabilimento ex T.U.V.C.A.T.

È utile notare, invece, che mettono in risalto il fatto che il Consorzio di Bonifica di Scalea Valle Lao ingiunga la restituzione di un bene che è nato per i cedricoltori e che qualcuno ha forse intenzione di usare per altri fini e scopi, magari utili a sanare i bilanci, quelli sì in forte sofferenza.

È utile riflettere sul fatto che se il Consorzio del Cedro non dovesse più garantire il conferimento del prodotto presso lo stabile in questione, o per chiusura o per sfratto, tanti sarebbero danneggiati (i Cedricoltori) e pochi (i soliti faccendieri amici dei diffamatori) riprenderebbero a beneficiare delle solite pratiche speculative che il Consorzio ha bloccato negli ultimi anni. È un caso che questo attacco arrivi in vista del prossimo raccolto che dovrebbe aggirarsi intorno ai 30.000 quintali?

Gli anonimi noti parlano di una richiesta di restituzione di Palazzo Marino, sede del Museo del Cedro; richiesta che non ha avuto seguito per il riconoscimento, da parte dell’Amministrazione comunale rinnovata, del grande lavoro svolto dal Consorzio al servizio di tutti.

Non raccontano che il Museo del Cedro è il maggiore attrattore turistico dell’area per ciò che concerne gli aspetti culturali e gastronomici legati al cedro, delle iniziative culturali promosse e della collaborazione instaurata con tutte le scuole del comprensorio. Non dicono che la struttura – che ospita ogni anno migliaia di turisti italiani e stranieri – è il polo centrale dal quale si muove il circuito della “La Via del Cedro” – nato per fare rete con tutte le professionalità e le eccellenze della Riviera dei Cedri e per promuoverne ed incentivarne le attività (anche in rete), attraverso strategie di marketing territoriale.

La cooperazione tra le piccole aziende aderenti a tale iniziativa ha garantito, in questi anni, che la produzione e la trasformazione si spostasse in maggior percentuale nel nostro territorio. Capiamo che alcuni soggetti rimpiangono gli anni in cui il 90% della trasformazione avveniva fuori regione, ma gli obbiettivi che il Consorzio persegue vanno nell’interesse delle piccole aziende e dei piccoli produttori, in netto conflitto con gli interessi che altri vogliono tutelare.

Ricordare quanto fatto finora per la promozione e la diffusione della coltura e cultura del cedro necessiterebbe spazi più ampi. Ma se oggi il Cedro parla al Mediterraneo e all’Europa, il merito è anche del Consorzio che già da 15 anni ospita la Rai, Tv7, Linea Blu ed altri, e che oggi riesce a veicolare un servizio sul cedro e sul Consorzio addirittura su “Das Erste”, la prima rete televisiva tedesca.

Chi cerca di infangare l’operato del Consorzio, volutamente ignora la crescita ed il rafforzamento del dialogo che l’ente ha instaurato con il mondo ebraico. Nel 2016, in occasione del Festival del Cedro – e grazie all’esperienza maturata in occasione di EXPO 2015, durante il quale ci fu una comunione di intenti con le comunità ebraiche – tutti i Rabbini presenti sulla Riviera dei Cedri parteciparono all’evento. Se ciò è accaduto avrà pure un significato.

Ad oggi i rapporti continuano ad essere positivi, ed il numero dei Rabbini che ogni anno raggiungono la Riviera per acquistare i frutti si è moltiplicato. Per noi, infatti, il cedro non è un mero prodotto ma un simbolo di dialogo e di confronto interculturale, pertanto nutriamo nei confronti di questo frutto un grande senso di rispetto e di devozione, per tutto ciò che rappresenta sia per noi che per gli ebrei di tutto il mondo.

Nonostante le difficoltà, negli ultimi anni i cedreti stanno progressivamente sviluppandosi.

Sono due i principali motivi per i quali anche molti giovani scelgono di investire in questa coltura: il primo è che hanno la garanzia di vendere il raccolto ad un prezzo equo (garanzia del Consorzio). Il secondo è che il mercato mondiale veicolato dagli ebrei è in grande espansione (grazie ai rapporti, privi di interesse diretto, che il Consorzio ha con le comunità ebraiche di tutto il mondo. Semmai, l’unico interesse è quello dello sviluppo generale di tutto il comparto).

Mi avvio a concludere citando gli ultimi tre punti che meritano una nota di chiarezza e di verità.

Il primo riguarda la “Festa Fantasma”, così è stato definito il Festival del Cedro 2019, tenutosi sul Lungomare di Santa Maria del Cedro. Ringraziando l’Amministrazione comunale, i soci, i cedricoltori, le attività commerciali e produttive che hanno partecipato, voglio riprendere i commenti di molte persone più autorevoli, e con una memoria migliore della mia, che hanno pubblicamente affermato che il Festival è stata la più grande festa della storia di Santa Maria del Cedro per presenze. Allora mi chiedo: avere oltre centomila persone radunate in luogo, consapevoli che si sta festeggiando il cedro, la sua storia, la sua cultura, i suoi diversi impieghi nell’arte culinaria e nella cosmesi, non sarà sinonimo di promozione e valorizzazione del Cedro?

Il secondo punto è completamente ignorato nella missiva contro il sottoscritto.

Grazie all’azione del Consorzio, alla testardaggine di questo Presidente ed alla sensibilità degli organi Regionali politici e amministrativi, i contributi per la calamità del gennaio 2017 saranno erogati a breve, dando ristoro ai cedricoltori che hanno subito un forte danno economico in questi anni. Altri presidenti, agronomi e grandi esperti di dinamiche agricole e politiche, sminuendo l’operato del Consorzio, avevano tentato, invece, di dissuadere alcuni cedricoltori dal presentare la domanda d’indennità per la tremenda gelata che colpì la cedricoltura.

Fortunatamente i cedricoltori sono stati più attenti di loro e, seguendo gli indirizzi dati e le attività poste dal Consorzio, oggi potranno beneficiare di tali aiuti, oltremodo necessari in questo momento di crisi.

In ultimo esamino l’asserito ritardo, di cui parlano, riguardante il riconoscimento della D.O.P. del cedro.

Non so se per malafede, o mancanza di tempo, non si sono neanche chiesti cosa il Ministero avesse osservato negli scorsi anni a tal riguardo. Ebbene, al primo tentativo di presentazione, il Ministero rilevava la necessità di evidenziare maggiormente il legame del cedro (inteso come qualità specifica) con il territorio di produzione.

In qualità di Presidente, grazie a relazioni personali di valore e senza risorse finanziarie, ho posto il Consorzio nelle condizioni di intraprendere un percorso di studi scientifici sulla tracciabilità del cedro e sulle sue particolarità qualitative, collaborando con il Dipartimento di Chimica e Tecnologie Chimiche dell’UNICAL, e con l’Istituto di Scienze delle Produzioni Alimentari – CNR, ISPA, di Bari.

I risultati di anni di ricerche sono finalmente arrivati, e negli ultimi mesi si è perfezionata ed implementata la documentazione necessaria alla presentazione della D.O.P.

Presenteremo la richiesta nei prossimi giorni, infatti, tenendo fede all’impegno preso con tutti i cedricoltori della Riviera dei Cedri.

Mi perdonerete se mi sono dilungato molto, ma avevo l’obbligo di riportate i fatti nella loro verità, perché è con questi fatti che rispondo agli anonimi “noti”, divulgatori di odio e falsità.

Il sottoscritto è figlio di cedricoltori ed ha il dovere di rendere conto al mondo contadino che tanto ha dato e darà al nostro territorio. Sento fortemente l’obbligo morale di onorare una promessa fatta ad un Grande uomo e grande parroco, il compianto Don Francesco Gatto – che per primo combatté le logiche speculative che a distanza di anni qualcuno tenta di riproporre – e di realizzare finalmente, nello stabilimento ex T.U.V.C.A.T., la “Cittadella del Cedro”, che permetterà alla cedricoltura di esprimere il suo massimo potenziale.

Il mondo ormai ci guarda e c’è solo un modo per riuscire ad affermare il cedro ai massimi livelli: stare uniti, lavorare in sinergia, mettere da parte le divergenze e le frizioni personali, per poter raggiungere obiettivi che possono dare lustro a tutta la Riviera dei Cedri.

Per quanto mi riguarda, come sempre, sono pronto a confrontarmi con tutte le forze positive del territorio, mettendo in discussione anche il mio operato, che certo è migliorabile; anzi può e deve essere arricchito dal contributo di tutti. Questo è il mio più sincero auspicio.

Il Presidente

Angelo Adduci

 

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